“Alfredo Cospito ha avuto una crisi cardiaca, stava morendo”: il racconto del medico dell’anarchico
Alfredo Cospito stava per morire in carcere a causa di un problema al cuore. Lo ha raccontato il medico dell'anarchico, da mesi in sciopero della fame per protestare contro la detenzione al 41bis. "Mi ha raccontato di aver avvertito un tremore alla mano e aver avvisato la guardia. Dopo dieci minuti sono arrivati l'infermiera e il medico urlando e dicendo che avevano visto dal monitoraggio un problema al cuore. Erano molto preoccupati, stava morendo. Ha visto un foglio su cui c'era il tracciato del cuore con un grosso sbalzo. Poi la situazione è rientrata e si è stabilizzata", ha riferito il medico della difesa al legale di Cospito.
"Quando ha avuto questa crisi cardiaca gli è stato somministrato del potassio in vena, con grande preoccupazione da parte dei medici", ha aggiunto ancora il medico. Per poi sottolineare che a causa dello stato di salute estremamente precario ora Cospito rischia danni irreversibili: "I medici gli hanno detto che con le carenze rischia una paralisi per tutta la vita e dei danni irreversibili potrebbero essere già intervenuti. Ha una situazione motoria un po' ridotta e non è detto che recuperi la mobilità".
Sempre secondo quanto riferito dall'avvocato, negli ultimi giorni Cospito farebbe fatica a camminare a causa di un problema al piede dovuto alla carenza di vitamine. Venerdì 24 marzo ci sarà l'udienza per l'esame della richiesta dei domiciliari. Un differimento della pena per motivi di salute, con cui si andrebbe anche a revocare di fatto il 41bis.
Nelle scorse settimane Cospito è stato trasferito alcune volte dal carcere di Opera all'ospedale San Paolo, per il peggioramento delle sue condizioni di salute. Ora i giudici di Milano dovranno decidere se proprio queste condizioni, che sono autoindotte dallo sciopero della fame, siano una ragione valida per spostare Cospito dal carcere ai domiciliari.
"Cospito non ha alcuna vocazione suicida, questa è una battaglia per la vita, per affermare il suo diritto alla vita. È lucido, ma certamente molto provato dopo 5 mesi di sciopero della fame: siamo ben oltre i cento giorni, un triste primato e ha sorpreso anche i sanitari", ha spiegato il legale Flavio Rossi Albertini.