Alfredo Cospito è di nuovo ricoverato in ospedale a Milano, non assume più integratori
Alfredo Cospito, anarchico 55enne che si trova in carcere nel regime di 41-bis, è stato trasferito dal carcere di Opera all'ospedale San Paolo di Milano. Il trasferimento è stato necessario, su indicazione dei medici, perché Cospito ha deciso di sospendere l'assunzione di integratori. Era stato dimesso il 27 febbraio, dopo giorni di ricovero.
Le sue condizioni, quando sono passati più di quattro mesi dall'inizio dello sciopero della fame, sono quindi velocemente peggiorate. Sabato scorso il medico di fiducia Andrea Crosignani lo ha visitato, dicendo di averlo trovato "davvero affaticato" e affermando che la situazione stava "deteriorando rapidamente".
Dopo il no della Cassazione, i legali di Cospito tentano l'appello all'Onu
Cospito ha deciso di rinunciare anche agli integratori dopo che la Corte di Cassazione ha rigettato il suo ricorso per uscire dal regime di 41-bis. Lo sciopero della fame dell'anarchico, iniziato ad ottobre, ha lo scopo di denunciare le condizioni in cui sono detenute le persone condannate al 41-bis. Lo scopo della misura, varata negli anni Novanta come risposta alle stragi mafiose, è di tagliare tutti i legami tra la persona detenuta e l'organizzazione criminale di cui fa parte. Tuttavia, come ha spiegato Luigi Manconi a Fanpage.it, le previsioni del 41-bis vengono spesso applicate in modo eccessivo, punitivo e quindi illegale.
Il ricorso dei legali di Cospito alla Cassazione era una delle ultime possibilità per l'anarchico di uscire dal regime di cosiddetto "carcere duro" per tornare a un altro tipo di detenzione. Il suo avvocato, Flavio Rossi Albertini, ha definito la sentenza "una condanna a morte". Subito dopo, infatti, Cospito ha deciso di smettere di assumere potassio. Nei giorni successivi è circolata una sua lettera, in cui ha scritto: "Oggi sono pronto a morire per far capire al mondo cosa sia veramente 41-bis. Sono convito che la mia morte porrà un intoppo a questo regime".
L'ultima iniziativa portata avanti dal legale di Cospito è la segnalazione alle Nazioni unite, e in particolare all'Alto commissariato per i diritti umani dell'Onu. Venerdì scorso è arrivata una prima risposta: in attesa di arrivare a una delibera definitiva, l'Alto commissariato ha chiesto all'Italia di garantire che vengano rispettati "gli standard internazionali degli articoli 7 (divieto di tortura e trattamenti o punizioni disumane o degradanti e divieto di sottoposizione, senza libero consenso, a sperimentazioni mediche o scientifiche) e 10 (umanità di trattamento e rispetto della dignità umana di ogni persona privata della libertà personale) del Patto internazionale sui diritti civili e politici".