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Alfano: “Non ho nulla da rimproverarmi. Non c’è alternativa a questo Governo”

Il ministro dell’Interno torna sulla questione Ablyazov: “È un’operazione che non avrei mai avallato”. Quanto al Governo è poi sicuro: “Andiamo avanti, non c’è alternativa”.
A cura di Redazione
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Dopo che il Senato ha respinto a larghissima maggioranza la mozione di sfiducia individuale nei suoi confronti è un Angelino Alfano estremamente soddisfatto quello che risponde alle domande di Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera. E comincia proprio dal risultato ottenuto al Senato: "226 voti a favore, 55 contrari e 13 astensioni è un risultato che eguaglia sostanzialmente il voto di fiducia al governo. Credo che il rilancio dell'azione di questo governo nasca proprio dal discorso di Enrico Letta in Parlamento, salutato dall'applauso di entrambi i lati dell'emiciclo. Mi auguro che la tensione possa essere superata partendo proprio dalle sue parole". Del resto sul caso Ablyazov la linea del ministro dell'Interno è la stessa e non lascia spazio a recriminazioni di sorta: "Ci si dimette se si ha qualcosa da rimproverarsi o se non si ha fino in fondo la forza di difendere le proprie ragioni. È un'operazione che non avrei mai avallato. Ma posso dire che se davvero avessi autorizzato la procedura l'avrei subito ammesso e poi avrei difeso la mia scelta".

Una questione che ha fatto traballare il Governo, ma che secondo Alfano non ha provocato fratture interne al Viminale: "Le decisioni sui nuovi capi saranno prese dal vertice della polizia, non ci saranno interferenze politiche. E questo a garanzia delle migliaia di agenti che ogni giorno lavorano per la sicurezza dei cittadini". Il destino del Governo però non è in bilico, nonostante "sapevamo che un governo voluto fortemente da Berlusconi quando disse che era l'unica strada possibile, avrebbe avuto una vita travagliata soprattutto nella fase d'avvio non avendo precedenti storici ma essendo stato preceduto soltanto da un forte scontro tra le due parti".

Nessun passo indietro invece per quel che riguarda i suoi "tre incarichi", sottolineati con enfasi dall'intervento del capogruppo del Partito Democratico Zanda al Senato: "Vorrei sfatare questa favola. Non ho deleghe da vicepremier, dunque considerarlo un incarico aggiuntivo è pretestuoso. Il Pdl poi ha un leader, Silvio Berlusconi, e una macchina organizzativa collaudata. Dire che non ero informato perché ero altrove non è serio e soprattutto è falso".

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