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Alfano: “L’Italia è un Paese sicuro”. Ridimensionato l’allarme jihadista del Copasir

Il ministro dell’Interno inoltre para dell’allarme lanciato dal Copasir e sostiene: “Non abbiamo evidenze certe che Sirte sia un luogo di partenza per chi intenda arrivare sull’altra sponda del Mediterraneo. Il nostro sistema di controllo dei migranti avviene ormai con grande perizia”.
A cura di C. M.
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Senato - Alfano

Non abbiamo nulla da invidiare ad alcun Paese del mondo in quanto a sicurezza. A dichiararlo è stato il ministro dell'Interno Angelino Alfano in occasione della conferenza stampa di Ferragosto tenutasi a margine della riunione del Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza pubblica, a cui hanno partecipato il viceministro Filippo Bubbico e i vertici della Forze dell'Ordine e dei servizi di intelligence.

"Lo stato della sicurezza del nostro Paese è davvero positivo. Gli investimenti crescono, i reati calano, il sistema di prevenzione sull'antiterrorismo ha fin qui retto, il contrasto alla criminalità organizzata ha dato risultati importanti. E' un sistema che in questo momento non ha niente da invidiare a nessun altro Paese al mondo. Grazie ai vertici delle forze dell'ordine, dell'Esercito e della protezione civile che hanno fatto sì che il nostro Paese possa essere considerato sin qui sicuro, pur in un contesto in cui il rischio zero non esiste", ha sottolineato il ministro Alfano, secondo il quale il capitolo sicurezza è l'argomento più importante di cui il governo deve occuparsi e proprio per questo motivo Alfano ha annunciato che chiederà al presidente del Consiglio "che il Ddl sulla sicurezza delle città sia tra i primi provvedimenti di legge da assumere al ritorno dalle ferie estive".

"La sicurezza è una priorità nazionale e le risorse in questo triennio sono cresciute. Dal 1 agosto 2015 al 31 luglio scorso abbiamo assunto 1.821 persone nella polizia di Stato e altre 500 arriveranno entro la fine dell'anno. Da ferragosto 2015 a ferragosto 2016 sarà stato assunto un numero di forze dell'ordine pari a quello di quanti vanno in pensione", ha ribadito il ministro Alfano, ringraziando inoltre i "47mila italiani in divisa che in questi giorni sono impegnati a garantire un Ferragosto sicuro".

Angelino Alfano, inoltre, durante la conferenza stampa, ricorda che questo è "il primo Ferragosto in cui è in vigore la legge sull'omicidio stradale, per contrastare chi confonde la patente di guida con la patente di uccidere. Abbiamo voluto colpire in modo molto duro e mi auguro che vi sia da parte delle forze dell'ordine e dalla magistratura, che ringrazio, la sensibilità adeguata per far sì che il rodaggio sia più breve possibile".

Per quanto riguarda il capitolo terrorismo, Alfano torna a parlare di un argomento spinoso, ovvero di come "nelle carceri c'è il rischio di radicalizzazioni". "Abbiamo lavorato per ridurlo. Non solo con sanzioni, abbiamo lavorato per la deradicalizzazione, per espiantare il germe dal carcere. Lavoro in carcere che sta dando frutti. Se si rendono conto che ci sono provvedimenti contro chi esulta in carcere, si organizzano. E così facciamo noi". Inoltre, Alfano sottolinea come in queste ultime settimane e in concomitanza con il ponte di Ferragosto si sia provveduto ad aumentare i controlli e i controllori, per garantire ai cittadini – al netto dei disagi – di poter viaggiare più sicuri. "Abbiamo potenziato nei limiti del possibile i controlli e ci sono più persone di quelle che si vedono in divisa. Lo schema a cui qualcuno ambisce è 60 milioni di italiani per 60 milioni di poliziotti, noi ci impegniamo con uno sforzo immane. In un contesto in cui non c'è il rischio zero abbiamo incrementato i controlli di navi, passeggeri e aeroporti. Abbiamo raggiunto i 109 espulsi dopo i controlli nelle comunità islamiche, con 9 imam espulsi. Ottantacinque estremisti per terrorismo islamico arrestati e 110 foreign fighters monitorati".

Sul finale della conferenza stampa il ministro Alfano ha voluto inoltre precisare che l'allarme lanciato dal Copasir secondo cui, con la caduta della roccaforte libica del Daesh di Sirte, i terroristi dello Stato islamico potrebbero giungere in Italia con i barconi, sarebbe al momento privo di certezza: "Eravamo già in grado di dirvi che non c'erano riscontri di quanto pubblicato sui giornali. Non abbiamo evidenze certe che Sirte sia un luogo di partenza per chi intenda arrivare sull'altra sponda del Mediterraneo. Il nostro sistema di controllo dei migranti avviene ormai con grande perizia. Non era così nel 2014. Oggi usiamo la fotosegnalazione con un livello maggiore di identificazione. Contiamo di aprire delle sedi distaccate per effettuare il rimpatrio di chi non ha titolo per restare in Italia".

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