Alfano incita il Pdl e lancia segnali di pace alla Lega

Dopo le incomprensioni con il padre fondatore del partito, il segretario del Pdl Angelino Alfano ce la sta mettendo tutta per convincere Silvio Berlusconi di essere all'altezza del suo ruolo. Oggi nell'intervento conclusivo dal palco della scuola del Pdl a Orvieto il segretario nazionale ha incitato i suoi a riappropriarsi della scena politica del Paese impegnando tutto il partito a lavorare per la riforma del lavoro anche attraverso strumenti di pressione al Governo Monti.
Alfano rilancia l'azione del Pdl – Alfano ha lanciato chiari avvertimenti agli avversari politici ricordando che il Pdl non ha nessuna intenzione di uscire dalla scena ma che anzi "resta il primo partito italiano" ed intende far valere la sua forza "dall'alto dei nostri numeri e della nostra forza parlamentare", il cui primo assaggio forse è stata la scelta di non presentarsi all'incontro con il Premier in programma la settimana scorsa. Alfano ha ribadito che nei prossimi giorni il Pdl ricorderà al Governo quali sono le priorità per l'Italia.
Primo obiettivo è la riforma del lavoro – Al primo posto il lavoro, ma inteso in senso generale ovvero non solo riforma del mercato del lavoro ma anche sostegno alle imprese ormai senza più credito, e il rilancio della crescita economica. Soprattutto la crisi della piccola e media impresa, che in questi ultimi tempi è stata protagonista di numerosi casi di suicidio di imprenditori ormai ridotti al lastrico, è il principale dei crucci di Alfano che impone alle banche di prestare alle imprese i soldi ricevuti dalla Bce e annuncia un prossimo appuntamento con i vertici dell'Abi proprio per discutere del problema.
Centrale nel Pdl è il tema delle prossime alleanze – Il segretario non disdegna di affrontare anche il tema delle alleanze che in vista degli importanti appuntamenti delle amministrative si fa sempre più centrale. Da questo punto di vista l'azione è duplice, se da un lato Alfano avverte gli ex alleati della Lega di "non consegnare il nord alla sinistra" dall'altra lancia segnali di distensione ai centristi. "Chiediamo alla Lega di non mettere al centro la politica romana invece che quella del nord, credo che molti imprenditori del nord apprezzerebbero questa scelta" ha detto Alfano rivolto ai leghisti e ai loro intenti bellicosi più volte ribaditi in queste settimane.
La sinistra e il pericolo delle nozze gay – Ai moderati invece va l'espresso invito a rientrare nei ranghi, "l'obiettivo del Pdl è riunire i moderati" ha detto il segretario Alfano, ma nessun appello ha precisato "chi ci sta ci sta". L'intento finale è quello di non consegnare il Paese alle sinistre con il pericolo che riportino al centro della discussione lo zapaterismo, ossia le politiche "che attaccano valori che noi difendiamo come la vita e la famiglia" precisa Alfano. "Se la sinistra andrà al governo, farà quello che ha fatto la sinistra in Spagna: il matrimonio tra uomini, le coppie di fatto, distraendo le forze migliori dallo sviluppo e dalla crescita" ha detto Alfano, ricordando ai suoi il pericolo di un'alleanza tra Bersani, Di Pietro e Vendola.
Le reazioni nel centrosinistra – A stretto giro arrivano subito le reazioni dei leader del centrosinistra, il primo a rispondere ad Alfano è Bersani che caustico commenta "quando c'è da parlare di corruzione e frequenze tv, scoprono anche il lavoro, hanno scoperto il lavoro questa settimana, la prossima poi vediamo". Anche il segretario di Sel Nichi Vendola non si è fatto attendere ricordando ad Alfano che "il lavoro è l'emergenza che la destra ha prodotto con 15 anni di politiche dissennate", dello stesso parere il leader dell'Idv Antonio Di Pietro che imputa al segretario del Pdl di voler "far dimenticare agli italiani che se il nostro Paese si trova in queste condizioni, la responsabilità è in gran parte del governo Berlusconi"