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Alfano: “Il caso Berlusconi non è chiuso. Corte Ue ci darà ragione”

Il ministro dell’Interno da Cernobbio parla del ricorso alla Corte di Strasburgo di Berlusconi e ricorda: “Noi più del Pd abbiamo voluto le larghe intese”.
A cura di Redazione
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Il caso Berlusconi non è chiuso ed il Popolo della Libertà crede che la Corte di Strasburgo accoglierà in pieno la tesi difensiva esposta nel ricorso presentato ieri. È questo in estrema sintesi il concetto espresso da Angelino Alfano, a margine della sua partecipazione al meeting di Cernobbio. Una occasione per ribadire anche quella che è ormai la linea definitiva del Pdl in vista dell'esame della questione della decadenza di Berlusconi da senatore in giunta per le Elezioni (che dovrebbe cominciare domani): in sostanza, la Giunta non può e non deve esprimersi prima della decisione della Corte europea, consentendo a Berlusconi di conservare quella agibilità politica che gli spetta di diritto. E a farsi garante del conseguimento di un simile risultato, secondo Alfano, dovrebbe essere proprio il Partito Democratico: "Noi speriamo davvero che il Partito democratico si dimostri interessato alle ragioni dello stato di diritto e alle ragioni di un cittadino-senatore, Silvio Berlusconi, che ha tutto il diritto di difendersi dentro l'ordinamento giuridico e nel rispetto delle regole della giunta delle elezioni a cominciare da domani".

Il punto è che il ministro dell'Interno è sicuro: "Il caso non è chiuso e la Corte di Strasburgo accoglierà le nostre obiezioni sulla retroattività della legge Severino". Ora ovviamente tocca al Pd esporsi, anche se dall'esecutivo filtrano i primi pareri: e se i ministri pidiellini sono pronti a sostenere la linea del Cavaliere, ecco spuntare un primo "aiuto", quello del ministro della Difesa Mauro che ritiene giusto "ascoltare le ragioni del Pdl".

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