Tutto parte da un tweet, o meglio, tutto parte dal modo in cui lo staff del ministro dell'Interno sintetizza il suo intervento (peraltro già discutibilissimo) alla XXXI edizione dell'International Drug Enforcement Conference. Angelino Alfano, già finito al centro delle critiche per l'annuncio – spot sulla cattura del presunto assassino di Yara Gambirasio, aveva infatti preso parte al convegno annuale dei capi delle agenzie antidroga mondiali, in corso di svolgimento nella Capitale, con un intervento dedicato al tema del contrasto allo spaccio di stupefacenti. Nel ribadire la sua "totale contrarietà ad ogni forma di legalizzazione delle droghe", il titolare del Viminale aveva poi spiegato di voler partire da settembre con il piano "Squadre mai spaccio", con un nuovo (discutibilissimo, lo ripetiamo) meccanismo: "Puntiamo molto sul sistema di segnalazione via sms, che ha già assicurato nella prima sperimentazione a Roma, l'arresto di alcuni spacciatori, grazie alle segnalazioni dei cittadini".
In sostanza, spiegava il ministro, "si tratta di un sistema che assicura protezione a chi invia il messaggio e consente alle forze dell'ordine di intervenire velocemente, stroncando i piccoli canali di spaccio, l'ultima filiera che è spesso quella che si trova più a contatto con i ragazzi". Ecco, se già l'idea della delazione (anche anonima) dei cittadini appare controversa e senz'altro rivedibile, figuriamoci come può essere interpretato un tweet del genere:
E ovviamente, i commenti sono stati impietosi: