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Alfano difende la Bossi – Fini: “Sulla sicurezza degli italiani non si scherza”

Il ministro dell’Interno mette le mani avanti: “La Bossi-Fini è una legge che contiene tanti capitoli e non può essere liquidata con uno slogan. E ora non è la priorità”.
A cura di Redazione
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Torna a parlare il ministro dell'Interno Angelino Alfano e per farlo sceglie il taccuino di Francesco Bei su La Repubblica, nel giorno del delicatissimo consiglio dei ministri che dovrà deliberare sul decreto Milleproroghe e 24 ore dopo la sospensione delle proteste nel Cie di Ponte Galeria a Roma. E proprio intorno a questi punti ruota il colloquio di Bei con il leader del Nuovo Centro Destra. Sul salva Roma che sarà in parte recuperato nel Milleproroghe Alfano è chiaro: "In Consiglio dei ministri questa vicenda sarà ridotta all'osso. Speriamo in una conversione rapida e anche blindata del decreto". Del resto, il bilancio di questi mesi di Governo è ampiamente positivo, con la "svolta generazionale" che, spiega Alfano, "è una realtà; per noi quarantenni che la stiamo vivendo in prima persona è senza dubbio un'opportunità, ma anche una grande responsabilità. Se riusciremo a cambiare le cose bene, viceversa saremo accusati di aver bruciato una grande chance, forse l'ultima". Non manca una risposta più o meno diretta a Renzi: "Renzi non ci troverà mai nel campo di chi vuole lasciare le cose come stanno. Siamo noi che vogliamo presentarci alle europee dicendo che il nuovo centrodestra ‘mette il turbo' alle riforme. Accettiamo su questo il guanto di sfida sui contenuti".

Il problema, a parere del ministro dell'Interno è di priorità: "Ma davvero, con la crisi che attanaglia milioni di famiglie, il Pd ritiene che la priorità debba essere quella di dare la cittadinanza a chi semplicemente è nato in Italia oppure la cancellazione della Bossi-Fini? Per noi invece la priorità è il lavoro". E proprio sulla questione dell'integrazione, non manca un passaggio chiave: "Sulla sicurezza degli italiani non si scherza. Tra quelli che si sono cuciti la bocca a Ponte Galeria la metà sono spacciatori e l'imam è indagato per gravi reati come rapina e lesioni. Un conto è la giusta tutela dei diritti umani, altra cosa è distrarsi sulla sicurezza degli italiani con il rischio di ritrovarsi magari domani con queste stesse persone che spacciano davanti a una scuola".

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