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Alfano assicura: “Toglieremo il blocco degli stipendi delle forze di polizia”

Il ministro dell’Interno prova a svelenire il clima di tensione annunciando di aver risolto il problema del blocco degli stipendi delle forze di polizia. Ma mancherebbero ancora tra i 400 ed i 600 milioni di euro.
A cura di Redazione
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"Siamo dalla parte di quelle donne e di quegli uomini in divisa che ogni giorno difendono il nostro Paese e le nostre comunità". Se queste parole di Alfano non brillano certo per originalità, certamente sono indicative della parziale retromarcia che il Governo si appresta a fare sulla questione del blocco degli stipendi della pubblica amministrazione, ratificato dal ministro Madia. Dopo le proteste delle forze di polizia e successivamente ad una mezza apertura dello stesso Presidente del Consiglio Matteo Renzi, infatti, sembrerebbe che l'esecutivo sia intenzionato ad escludere dalla misura restrittiva i lavoratori del comparto "sicurezza", nella consapevolezza che, sempre parole di Alfano, "anche se hanno esagerato con i toni, non possono essere sacrificati ulteriormente".

Per il ministro dell'Interno, dunque, bisogna interrogarsi su quale sia lo strumento tecnico più adatto e veloce, ma la questione sarebbe già in fase di risoluzione: le risorse dovrebbero arrivare (così come prospettato da Renzi) da una sorta di mini spending review interna agli stessi ministeri interessati, quello dell'Interno e quello della Difesa. Insomma, toccherebbe a Pinotti ed Alfano trovare le risorse sufficienti a "sbloccare" gli avanzamenti di stipendio delle forze dell'ordine, anche se c'è già la solita guerra delle cifre: stando alle prime valutazioni dell'esecutivo, basterebbero circa 300 milioni di euro, cifra contestata da analisti e sindacati che invece parlano di una quota tra i 700 ed i 900 milioni di euro. E dall'area sindacale si anticipa: no ad uno sblocco solo parziale.

Secca però la risposta dei sindacati all'apertura di Alfano:

"Il 23 settembre ci asterremo dal lavoro per tre ore in tutti gli uffici italiani di polizia, penitenziaria, forestale e vigili del fuoco il 24 settembre saremo in piazza SS. Apostoli a Roma a manifestare assieme a tantissimi operatori che hanno organizzato una protesta tramite la rete. Aspettiamo con urgenza e senza ulteriori indugi la convocazione del premier Renzi al quale non dobbiamo chiedere scusa e che invitiamo a fare gli opportuni distinguo tra sindacati, perché la Consulta Sicurezza, che rappresenta circa il 43 per cento del personale sindacalizzato, non ha mai annunciato azioni di protesta illegali e incostituzionali, ma solo forme di mobilitazione forti, eclatanti e legittime, seppur ad oltranza".

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