Alessandro Zan: “Meloni vuole riportarci al Medioevo, destra attacca diritti famiglie arcobaleno”
La bocciatura del regolamento sul certificato di filiazione europeo continua a far discutere. La maggioranza di centrodestra ha votato ieri in Senato una risoluzione per rispondere no alla proposta dell'Ue, nonostante tutti gli altri Paesi fossero a favore tranne Polonia e Ungheria. Il deputato del Partito Democratico Alessandro Zan, intervistato da Fanpage.it, spiega perché si tratta dell'ennesimo passo indietro della destra e di Meloni sui diritti.
Ieri in Senato la destra ha bocciato la proposta di regolamento Ue sul certificato di filiazione europeo, avete criticato duramente la decisione…
La destra sta sferrando un attacco contro i diritti delle famiglie arcobaleno, dei loro bambini e di tutta la comunità Lgbtq+. Prima con l'iniziativa di Piantedosi di bloccare le trascrizioni anagrafiche del comune di Milano. Era l'unico straccio di diritto che le famiglie arcobaleno avevano su iniziativa di sindaci che hanno a cuore il benessere di tutti i loro cittadini. Poi questo secondo atto che va nella stessa direzione della destra ungherese di Orban e della destra polacca. Tutti gli altri Paesi dell'Unione europea si sono espressi a favore.
Ma cos'è questo regolamento e perché era importante approvarlo?
È un regolamento che consente alle famiglie omogenitoriali di girare, magari anche per lavoro, in tutti i Paesi dell'Unione europea senza avere una discontinuità di diritti o di possibilità.
La destra però l'ha bloccato al grido di "fermiamo la maternità surrogata". C'entra qualcosa?
Assolutamente no, raccontano fake news come fecero con il ddl Zan. La modalità è spostare l'attenzione su un tema che non c'entra nulla con questo regolamento, per cercare di strumentalizzare e far diventare i diritti umani oggetto di scontro politico. Un tema che dovrebbe essere patrimonio comune di tutte le forze politiche. Purtroppo Giorgia Meloni vuole portare questo Paese al Medioevo e farlo arretrare pericolosamente verso una deriva di discriminazione. Con il solito pretesto di trovare un nemico da usare come capro espiatorio, il tema dei diritti viene usato dalla destra sovranista come grande argomento di distrazione di massa, visto che sono molto in difficoltà sui temi economici e sociali. Lo fanno sempre, anche con i migranti.
Lei ha detto che il nuovo Pd dimostrerà alla destra che sbaglia ad attaccare i diritti. Come?
Lo dimostrerà non balbettando su questi temi. Con una linea chiara e netta. La sinistra non può accettare che delle persone siano trattate diversamente da altre sulla base di una loro condizione individuale. Tutto questo è molto grave. Nel nostro Paese poi c'è una forma di ipocrisia, visto che difendono la famiglia tradizionale ma sono i primi a non averla. Su questo Meloni e la destra italiana perderanno l'appuntamento con la storia. L'hanno già perso.
C'è anche la proposta di legge, incardinata dalla destra pochi giorni fa, per eliminare l’orientamento sessuale e l’identità di genere dai motivi di protezione umanitaria. Lei fa anche l'esempio, molto calzante, di una donna afghana omosessuale che rischia la lapidazione e l'Italia che si rifiuta di darle protezione…
Fa parte di una strategia complessiva di smantellamento dei pochi diritti che oggi esistono nel nostro Paese e che sono il frutto di lunghe battaglie e difficili conquiste. Come quella sulla protezione delle persone migranti gay, lesbiche e trans che vengono perseguitate.
Quindi, secondo lei, con questa destra al governo quei pochi diritti di cui parla sono a rischio?
Certo. Sono molto a rischio. L'obiettivo di Giorgia Meloni e della sua maggioranza è rafforzare una rete sovranista europea che indebolisca l'Ue e, attraverso lo smantellamento dei diritti come ha fatto Orban, arrivare a limitare le libertà individuali.