Alessandro Zan a Fanpage.it dopo la bocciatura del Ddl: “Raccoglieremo firme per proposta di legge”
Sono passate poco più di 24 ore da quando il Senato, tra gli applausi scroscianti del centrodestra, ha decretato la fine del Ddl Zan contro l'omotransfobia. Oggi, nelle parole del padre della legge contro i crimini d'odio prevale la rabbia: "Ieri ero davvero abbattuto, è stata una botta per tutti – ha detto a Fanpage.it il deputato del PD, Alessandro Zan – Oggi è prevalsa la rabbia nel rivedere quegli applausi vergognosi, feroci e trogloditi di senatori di destra che applaudivano non perché fosse stata approvata una legge contro i crimini di odio, ma perché è stata affossata". Mentre Roma e Milano si preparano ad ospitare le manifestazioni di chi ha deciso di prendere le distanza da quanto accaduto ieri, Zan ragiona a mente fredda e dice che l'aver concesso il voto segreto sul non passaggio agli articoli "è stata una gravissima responsabilità della presidente del Senato che evidentemente non è mai stata una grande amica dei diritti civili e l'ha dimostrato anche con questo strumento". E poi ci sono i partiti e le trattative raggiunte alla vigilia del voto: "Il Ddl Zan è stato usato per altri giochi, come quelli in vista del Quirinale". Intanto, il segretario del PD Enrico Letta ha annunciato che ci sarà una raccolta firme per una proposta di legge di iniziativa popolare contro i crimini di odio.
Zan: Forza Italia si è venduta ai sovranisti per il Quirinale
Passati gli applausi, oggi è il giorno in cui le responsabilità appaiono più nitide ad Alessandro Zan. "Concedendo il voto segreto, la presidente del Senato ha violato la prassi per cui non si ammette in procedure come quella del non passaggio agli articoli". Un "errore", secondo il deputato dem che "ha consentito ai senatori ‘vigliacchi', che non avevano il coraggio di esprimere il proprio dissenso, di farlo in segreto". Ma ad affossare il disegno di legge sono stati i 154 voti favorevoli alla tagliola, cioè al non passaggio all'esame degli articoli. "Non saprò mai esattamente chi sono i franchi tiratori", ha ribadito Alessandro Zan, ma c'è un dato politico che definisce "molto grave" ed è da ricondurre alle scelte fatte da Italia Viva: "Aveva sostenuto la legge alla Camera con tutte le altre forze politiche, ma al Senato si è sfilata e ha iniziato a fare accordi con la destra e il centrodestra. Come può un partito che dice di voler mediare, poi votare la tagliola che vuole uccidere la legge? La verità è che non volevano nessuna legge". Il tutto solo per "giochetti di palazzo e trattative dove il Ddl Zan è stato usato per altri giochi, come quelli in vista del Quirinale, e per nuove alleanze". Per il deputato PD "Forza Italia si è venduta ai sovranisti per consentire che Berlusconi abbia il loro voto per essere eletto Presidente della Repubblica".
Mediazioni fallite sul Ddl Zan
"Meglio nessuna legge che uno schifo di legge. Loro volevano uno schifo di legge che escludesse le persone trans, che togliesse il riferimento all'identità di genere e l'educazione nelle scuole". La delusione non fa pentire Alessandro Zan dell'approccio adottato fino ad ora: "Già alla Camera la legge era frutto di tante mediazioni", ha detto ricordando il tentativo di mediazione ripetuto su indicazione di Enrico Letta in vista del voto al Senato. Insomma, la disponibilità c'era, "si può mediare su tutto, ma non sulla dignità delle persone. Quando Italia Viva, Forza Italia e la Lega chiedevano di togliere Identità di genere, come potevo accettare una cosa del genere? Pur di portare a casa una legge – si chiede il deputato – avrei dovuto escludere delle persone tra le più discriminate? Non avrei potuto consentire l'approvazione di una legge contro i crimini di odi che discrimina alcune persone". Ma la responsabilità è anche di chi pur non avendo applaudito "ha votato contro e quindi è stato complice", aggiunge Zan. "Quello che hanno fatto ieri è una cosa gravissima perché avrebbero potuto dire: andiamo avanti con l'iter e poi troviamo delle mediazioni. Avevano 700 emendamenti per bocciare la legge su altro, ma bocciare la legge con la tagliola significa non avere alcuna intenzione di mediare".
Una proposta di legge di iniziativa popolare contro l'omotransfobia
Adesso però Zan invita a non demoralizzarsi: "La battaglia deve essere ancora più dura, perché non possiamo consegnare il nostro Paese a chi vuole riportarlo nel Medioevo. Dobbiamo reagire per riportare al centro le storie di tante persone che, mentre il palazzo si spellava le mani ad applaudire, continuavano a subire discriminazioni". Dopo la bocciatura di ieri, la discussione del Ddl resta interrotta per almeno sei mesi prima che il testo possa tornare in Commissione e "ora bisogna capire da un punto di vista giuridico se si può ripartire dal Ddl così com'è oppure bisogna rifare un testo nuovo". Le speranze che una legge contro l'omotransfobia veda la luce entro questa legislatura "sono molto ridotte", ma si lavora già per altri percorsi: "Oggi Letta ha lanciato una raccolta firme per una proposta di legge di iniziativa popolare – ha anticipato Zan – Raccoglieremo le firme anche online per dimostrare che il paese reale è molto più avanti della politica. È una campagna che avvieremo per reagire a questa brutta pagina della politica che è stata causata da una destra che in Italia non è una destra liberale, ma è una destra guarda a paesi come Ungheria e Polonia e vorrebbe portare l'Italia a alla stregua di quei paesi".