Albertini non sarà processato: il Senato lo salva concedendo l’insindacabilità retroattiva
La lunga vicenda giudiziaria dell'ex sindaco di Milano e senatore di Area Popolare Gabriele Albertini è ormai giunta al termine. Nel 2012 il senatore, all'epoca eurodeputato, presentò un esposto al ministero della Giustizia relativo ad alcuni fascicoli gestiti dall'allora magistrato della Procura di Milano Alfredo Robledo, sostenendo che il procuratore avesse gestito male i casi relativi all'acquisto della società Autostrade Serravalle da parte della provincia di Milano. Robledo querelò l'ex sindaco milanese per calunnia. Per sottrarsi al procedimento, Albertini chiese l'immunità all'Europarlamento, che però gli fu negata. Successivamente, divenuto nel 2013 senatore di Area Popolare, Albertini si rivolse alla Giunta per l'Immunità di Palazzo Madama, che lo scorso ottobre accolse la richiesta del parlamentare e concesse l'insindacabilità all'ex sindaco milanese, provocando un vero e proprio terremoto politico e la dura presa di posizione dell'ex magistrato Felice Casson, che dichiarò: "Stasera la Giunta per le autorizzazioni ha raggiunto il livello più basso immaginabile, e mai raggiunto prima. Con il voto su Albertini e la concessione dell’insindacabilità è stato clamorosamente disapplicato l’articolo 68 della Costituzione. All’ex sindaco è stata garantita una copertura nonostante i fatti e le carte giudiziarie parlino chiaro, visto che il capo di imputazione per Albertini chiarisce che le accuse rivolte al magistrato milanese risalgono al 2012, quando non era ancora parlamentare".
Nella serata di ieri, Palazzo Madama ha definitivamente approvato a larga maggioranza – con 185 voti a favore, 65 contrari e 2 astenuti – la proposta di autorizzazione all'insindacabilità per Albertini avanzata dalla Giunta per le immunità e deciso che le dichiarazioni contro Robledo siano da considerare appunto "insindacabili", quindi non processabili, perché espresse nell'esercizio del mandato parlamentare. Una decisione retroattiva, però, perché, come sostenuto da Casson pochi mesi fa, quelle azioni furono in realtà messe in atto durante l'esercizio del mandato europarlamentare, istituzione che all'epoca dei fatti negò invece l'immunità ad Albertini.