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I giudici bocciano ancora una volta l’operazione Albania: tutti i 43 migranti dovranno tornare in Italia

I giudici della Corte di Appello di Roma hanno deciso di non convalidare il trattenimento di tutti i 43 migranti, arrivati in Albania lo scorso 28 gennaio, rinviando gli atti alla Corte di giustizia europea. Si tratta del terzo no per il governo dopo le bocciature di ottobre e novembre.
A cura di Giulia Casula
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I giudici della Corte di Appello di Roma hanno deciso di non convalidare il trattenimento di tutti i 43 migranti, arrivati in Albania lo scorso 28 gennaio. I magistrati hanno stabilito che i migranti detenuti nel centro di Gjader dovranno essere riportati in Italia e liberati. Secondo quanto si apprende, arriveranno a Bari domani in serata su una motovedetta della Guardia costiera.

Si tratta del terzo no per il governo italiano dopo le altre due bocciature, a ottobre e novembre. Questa volta la Corte d'Appello ha deciso di sospendere il trattenimento di alcuni dei migranti e di rinviare gli atti alla Corte di giustizia europea, in attesa del suo pronunciamento, previsto per il 25 di febbraio.

C'era attesa attorno alla sentenza dei giudici dopo la decisione di Palazzo Chigi di ripartire con l'operazione Albania. Tre giorni fa 49 migranti erano sbarcati a bordo della nave della marina militare Cassiopea al porto di Shengjin, dove erano stati sottoposti ai primi controlli. Sei di loro erano ripartiti subito verso l'Italia perché vulnerabili e quindi non sottoponibili alla procedura accelerata di frontiera. Quattro infatti, erano minorenni. Le operazioni di accoglienza e salvataggio peraltro, avevano sollevato diversi interrogativi, come denunciato da ong e opposizioni.

Negli scorsi mesi il governo Meloni aveva sottratto la decisione sui trattenimenti alle Sezioni immigrazioni dei tribunali per assegnarle alle Corti di Appello, nel tentativo di far funzionare il protocollo siglato con Tirana. Ma anche questa volta i giudici, in linea con le precedenti pronunce della sezione specializzata in materia di immigrazione del tribunale di Roma, hanno sospeso il giudizio sui trattenimenti.

Il motivo ruota tutto attorno alla definizione di ‘Paese sicuro', su cui la Cgue dovrà fare chiarezza. Per il governo Meloni infatti, i migranti che arrivano in Albania provengono da una lista di Paesi considerati sicuri, che era stata appositamente inserita in un decreto dall'esecutivo per rafforzarla rispetto al provvedimento interministeriale in cui era stata inizialmente inserita. Nelle altre due occasioni i giudici comunque optato per non convalidare i trattenimenti, dato che le regole europee considerano "sicuro" un Paese solamente se questo lo è per tutti, e quindi anche le minoranze e in ogni porzione di territorio.

Dopo la sentenza della Corte di Cassazione che aveva riconosciuto ai ministri la competenza sui Paesi sicuri ma al giudice il dovere di valutare la legittimità dei decreti, il governo aveva deciso di ripartire con l'operazione Albania e non rinunciare al progetto dei centri di detenzione più volte vantati da Meloni. Ma ancora una volta,  a oltre un anno dalla sigla con il premier albanese Edi Rama, l'accordo non riesce a partire e le strutture continuano a rimanere vuote.

La reazione delle opposizioni, Avs: "Ennesima figuraccia di Meloni"

Per le opposizioni si tratta dell'ennesima "figuraccia" del governo. "Come qualsiasi persona dotata di buonsenso avrebbe immaginato anche l'ennesima deportazione di migranti in Albania è finita in un nulla di fatto, in attesa della Corte Ue. Un finale già scritto ma che il governo Meloni ha voluto a tutti i costi non considerare privilegiando la solita propaganda", ha commentato il leader di Avs Nicola Fratoianni. "Ora Giorgia Meloni non utilizzi anche questo episodio per fare la vittima e per accusare la Magistratura del nostro Paese. Devono smetterla – ha concluso il leader di SI – di fuggire dalle loro responsabilità di fronte al Parlamento e al Paese".

Gli fa eco Angelo Bonelli. "La decisione della Corte d’Appello di Roma smonta per la terza volta la propaganda del governo Meloni e certifica il fallimento dell’accordo con l’Albania. Dopo le pronunce di ottobre e novembre, anche oggi i giudici hanno sospeso il trattenimento di una ventina dei 43 migranti bengalesi ed egiziani portati nel centro di Gjader, rimettendo la questione alla prossima pronuncia della Corte di Giustizia europea sui Paesi sicuri. L’effetto immediato è che i richiedenti asilo saranno portati in Italia e liberati, confermando ancora una volta l’illegittimità dell’operazione", ha dichiarato il leader di Europa Verde. "A questo disastro politico si aggiunge uno spreco inaccettabile di denaro pubblico: Meloni ha speso quasi un miliardo di euro per allestire i centri in Albania, fondi che potevano essere investiti per assumere medici e potenziare la sanità pubblica. Il governo continua a ingannare i cittadini con la sua retorica anti-migranti, ma la realtà è che le sue politiche sono inefficaci, costose e umilianti per l'Italia. Meloni venga in Parlamento a spiegare il fallimento della sua strategia migratoria, che sta diventando un boomerang giudiziario ed economico", ha concluso.

Anche Elly Schlein parla di "clamoroso fallimento" del piano Albania. "Giorgia Meloni si rassegni, i centri in Albania non funzionano e non funzioneranno, sono un clamoroso fallimento", ha dichiarato la segretaria del Pd. "Aumentano a dismisura le risorse pubbliche sprecate a causa dell'ostinata volontà del governo di non rispettare le leggi e le sentenze europee. Chiederemo di avere il resoconto di tutti i costi sostenuti dallo Stato in questa missione. Secondo le nostre stime, siamo ormai a oltre un miliardo di euro che poteva essere investito per assumere infermieri e medici nei reparti svuotati della sanità pubblica", ha aggiunto.

Per Riccardo Magi "è la conferma che i centri di detenzione in Albania operano nella totale illegalità", ha dichiarato. "È la pietra tombale sulle politiche migratorie messe in atto finora da Giorgia Meloni tra forzature giuridiche e colpi di mano parlamentari come avvenuto con la cancellazione delle sezioni speciali e il trasferimento dei poteri alle Corti d'Appello, o la fantasiosa lista dei Paesi sicuri. A Meloni non resta che dichiarare fallito questo sadico esperimento ed evitarci le sue solite vagonate di vittimismo", ha aggiunto il segretario di +Europa.

"Errare è umano, perseverare è una prerogativa del governo Meloni", attacca il Movimento 5 Stelle. "Hanno partorito un decreto flussi, un decreto paesi sicuri, hanno spostato la competenza dai giudici di Tribunale ‘politicizzati e di sinistra' verso i giudici di Corte d'Appello, hanno riportato in Libia il ricercato Almasri con l'aereo di Stato e la bandiera italiana piegati al ricatto migratorio della Libia, ci hanno subissati di annunci vuoti utili solo alla propaganda di governo", hanno affermato i capigruppo nelle Commissioni Affari Costituzionali di Camera e Senato, Alfonso Colucci e Alessandra Maiorino. "L'unica costante sono i fallimenti del governo di Fdi, Lega e FI che si ostinano a non voler rispettare la Costituzione e le regole europee. Pensavano forse di aggirare le norme spostando la competenza dai tribunali alle Corti d'appello? Con la mancata convalida del trattenimento dei 43 migranti trasportati in Albania che ora dovranno salpare in direzione Italia, riparte l'assurdo gioco dell'oca del governo Meloni a spese dei contribuenti italiani", hanno concluso.

L'Italia "sta sprecando milioni in Albania per una scelta irragionevole, illogica, illegale di Giorgia Meloni", ha scritto in una nota il leader di Italia viva, Matteo Renzi. "Immagino che la sorella d'Italia sappia che dovra' pagare di tasca propria per questo assurdo spreco di soldi pubblici".

La maggioranza accusa la magistratura: "Continua il boicottaggio"

Intanto si fa sempre più acceso lo scontro tra politica e magistratura. "Continua l'opera di boicottaggio della magistratura italiana alle politiche di sicurezza per contrastare l'immigrazione clandestina", ha dichiarato il capogruppo di FI al Senato, Maurizio Gasparri . "La sfida è politica, temeraria ed appare ostile ai principi fondamentali dell'ordinamento. Ma bisogna andare avanti perché il disegno è troppo politico per essere subito passivamente", ha aggiunto.

Secondo fonti di governo sentite dall'Ansa, a Palazzo Chigi "c'è grande stupore, perché a nostro avviso non c'è la necessità di aspettare il pronunciamento della Corte di giustizia europea. Al lavoro per superare anche questo ostacolo". Linea confermata dal ministro per gli affari europei e il Pnrr, Tommaso Foti. "Sconcerta la decisione dei giudici della Corte d'Appello di Roma di sospendere il trattenimento dei migranti trasferiti in Albania, vanificando l'iniziativa del governo Meloni volta a garantire una gestione più efficace dei flussi migratori. Siamo di fronte all'ennesima riaffermazione, di una parte della magistratura, di volere stabilire quali Paesi siano o meno sicuri, sostituendosi al decisore naturale che è invece il Governo", ha dichiarato. "In attesa della pronuncia della Corte di Giustizia dell'Ue sulla questione dei Paesi sicuri – ha concluso – il governo Meloni proseguirà con determinazione nell'attuazione delle riforme promesse ai cittadini, nel pieno rispetto del mandato ricevuto dagli italiani".

"Con la sospensione di parte degli immigrati trasferiti in Albania, si assiste a un atteggiamento di resistenza da parte di un pezzo della magistratura italiana nei confronti delle misure adottate per garantire la sicurezza e contrastare l'immigrazione irregolare", ha dichiarato in una nota il capogruppo di Fdi alla Camera Galeazzo Bignami. "Ancora una volta ci troviamo di fronte a una presa di posizione che sembra andare oltre l'ambito giuridico, assumendo una connotazione politica e ostacolando l'azione del governo Meloni. Il centrodestra guidato da Fratelli d'Italia – ha aggiunto – non si lascerà intimidire e proseguirà il percorso intrapreso che è ben chiaro agli italiani e non può essere fermato da chi cerca di bloccare, con pretesti giudiziari, interventi necessari per il bene della Nazione".

Non si fa attendere la reazione della Lega. "Dai giudici ennesima invasione di campo, decisione che danneggia l'Italia e che fa felici le sinistre e i clandestini", ha attaccato il vicesegretario Andrea Crippa. 

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