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Sui migranti in Albania è scontro governo-magistratura, Salvini: “Giudici più a sinistra di Schlein”

Le prime dodici persone migranti portate in Albania sono già dirette verso l’Italia, a Bari, dopo la decisione dei giudici di Roma di non convalidare il loro trattenimento. Intanto, il governo Meloni attacca la magistratura: il ministro della Giustizia Nordio ha parlato di sentenza “abnorme”, Matteo Salvini ha accusato i giudici di pensare di essere “in un centro sociale” invece che in un tribunale.
A cura di Luca Pons
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Non si sono fermati, nelle ultime ore, i duri attacchi del governo Meloni alla magistratura, colpevole di non aver validato il fermo di dodici persone migranti nel centro di Gjader, in Albania. Dopo la presa di posizione della presidente del Consiglio (che ha parlato di "opposizione" della magistratura) e dei partiti di maggioranza, la maggior parte dei ministri si è esposta attaccando i togati. Incluso il ministro Nordio, che prima ha escluso una "guerra alla magistratura" ma poi ha annunciato dei provvedimenti legislativi per contrastare la sentenza "abnorme" sull'Albania. Sentenza che, va ricordato, è perfettamente in linea con le norme italiane ed europee.

Nel frattempo, i dodici migranti sono partiti per l'Italia. Le prime persone che, sopravvissute alla traversata del Mediterraneo, hanno sperimentato il meccanismo varato dal governo Meloni, diventato operativo con mesi di ritardo, e subito fermato dalle sentenze dei giudici di Roma.  Sono partite questa mattina e rientreranno a Bari, trasportati dalla Guardia costiera sulla nave Visalli. L'arrivo è atteso nel primo pomeriggio, poi inizierà la corsa all'appello per contrastare il respingimento della richiesta d'asilo.

Governo all'attacco della magistratura, Salvini: "Pensano sia centro sociale, non tribunale"

Matteo Salvini, a poche ore dall'udienza del processo Open Arms, ha convocato un Consiglio federale della Lega parlando di "attacco all'Italia e agli italiani sferrato da una parte di magistratura politicizzata", e ha annunciato che "sabato 14 dicembre e domenica 15 dicembre ci saranno gazebo in tutte le città italiane in vista della sentenza Open Arms", attesa il 20 dicembre.

Lo stesso Salvini ha commentato: "C'è qualche giudice che pensa di essere in un centro sociale più che in un tribunale. Poi sono sempre gli stessi che fanno le stesse sentenze, sono più a sinistra della Schlein. Se non gli piacciono le leggi si candidino con Rifondazione comunista e si facciano eleggere". E ha minacciato: "L'avanzamento automatico di carriera e l'aumento di stipendio automatico dei giudici, a prescindere da quello che fanno e dal lavoro che fanno, non è più ammissibile".

Anche il ministro della Giustizia Nordio è intervenuto. Prima ha detto che sarebbe "quasi sacrilego pensare che il governo a cui appartengo dichiari guerra alla magistratura", ma poi ha aggiunto che la polemica politica è "contro un tipo di sentenza che riteniamo abnorme". Infatti, "non può essere la magistratura a definire uno Stato più o meno sicuro, è una decisione di alta politica". E ha annunciato "provvedimenti legislativi".

Il ministro delle Imprese Urso ha attaccato a sua volta: "Ogni volta che la destra ha avuto il consenso degli elettori per governare, si costituiscono altri contro-poteri che pensano di avere un giudizio superiore a quello che esprimono nelle democrazie i cittadini italiani".

Schlein: "Nessuno è sopra le leggi"

Alle parole del governo è arrivata la reazione delle opposizioni. La segretaria del Pd Elly Schlein ha parlato di un "gravissimo scontro istituzionale alimentato dal governo per coprire la loro incapacità". Ha insistito: "Nessuno è al di sopra delle leggi europee, internazionali e italiane. Tantomeno lo è chi governa". Ora, "per aggirare le sentenze della Corte di giustizia europea, dovrebbero uscire dall'Unione europea. Non penso vogliano proporlo, anche se non sarebbe la prima volta".

Riccardo Magi, segretario di +Europa, ha criticato gli esponenti del centrodestra che "quando trovano un tribunale che chiede di applicare la legge, fanno le vittime e urlano alla magistratura politicizzata". Angelo Bonelli, di Alleanza Verdi-Sinistra, ha aggiunto: "Non siamo nel feudalesimo, ma in uno Stato di diritto, dove la politica non può arrogarsi il diritto di decidere quali leggi applicare e quali no".

Cosa succederà ai migranti dopo il viaggio dall'Albania all'Italia

A coordinare l'ingresso nel Cara del capoluogo pugliese sarà la Prefettura. Dopodiché, per i migranti partirà una corsa contro il tempo per presentare ricorso contro la decisione della commissione che ha respinto le loro richieste d'asilo. Dovranno confrontarsi con dei legali, e avranno pochi giorni per fare appello.

Nel frattempo, il centro migranti di Gjader si è svuotato, e lo stesso vale per l'hotspot di Shengjin, utilizzato come struttura per i primi controllo dopo gli sbarchi. I dodici erano gli unici arrivati, e inizialmente erano sedici: poi, dopo lo sbarco, le autorità si erano accorte che due erano minorenni e due erano fragili. Così, c'era stato un primo rientro in Italia, a bordo della nave Lybra della Marina, che già aveva effettuato il trasporto di tutti e sedici dalle acque internazionali alle coste albanesi. Un sistema macchinoso che, per il momento, si è fermato.

L'ipotesi di nuovi arrivi nonostante le sentenze

Ma non per molto. Stando a quanto riportato dall'agenzia Dire, infatti, sarebbe già in programma l'arrivo di un nuovo gruppo di persone migranti all'hotspot di Shengjin. Lo sbarco dovrebbe avvenire "mercoledì o giovedì", anche in base alle condizioni meteo. Sicuramente, quindi, dopo il Consiglio dei ministri fissato lunedì per trovare una soluzione al problema legale che ha fermato il protocollo Italia-Albania ancor prima che entrasse del tutto in funzione.

La notizia è stata commentata anche dal deputato di Avs Angelo Bonelli: "Ho appreso che il governo starebbe preparando un nuovo trasferimento di migranti in Albania, il che costituirebbe una vera sfida alla sentenza del tribunale di Roma. In tal caso, sarà inevitabile l'intervento della Corte dei Conti per danno erariale. Chi paga per questi pasticci?".

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