video suggerito
video suggerito

Albanese (Onu) a Fanpage: “Piano di Trump per Gaza è criminale, vuole aggredire e deportare i palestinesi”

Le dichiarazioni dei leader internazionali sulla Palestina riflettono un contesto sempre più sbilanciato, in cui le violazioni del diritto internazionale vengono normalizzate e i diritti del popolo palestinese sistematicamente ignorati. Francesca Albanese ha dichiarato a Fanpage.it: “C’è molta paura nei confronti di ciò che si profila all’orizzonte”.
A cura di Francesca Moriero
1.061 CONDIVISIONI
Immagine

Le dichiarazioni dei leader internazionali riguardo al futuro della Palestina e di Gaza sembrano riflettere un contesto sempre più preoccupante, in cui le violazioni del diritto internazionale rischiano di essere normalizzate e la logica imperialista sembra prendere il sopravvento su ogni principio di giustizia. Dal piano di Trump per il controllo di Gaza alla posizione subalterna di paesi come l’Italia, fino al "silenzio complice" della maggior parte dell’Europa, come dichiara la relatrice delle Nazioni Unite Francesca Albanese a Fanpage.it che si dice rincuorata, in questo contesto, per la presa di posizione di 79 paesi a difesa della Corte Penale Internazionale -incluso Francia e Germania (ma non l'Italia) contro le sanzioni imposte contro la Corte dalla nuova amministrazione statunitense.
Il quadro complessivo che emerge sembra quello di un ordine mondiale sempre più sbilanciato, in cui i diritti del popolo palestinese vengono ancora una volta sistematicamente ignorati.

Non ultime le affermazioni del ministro degli Esteri Antonio Tajani, che durante una conferenza ad Ashdod, in Israele, ha dichiarato che "al momento è impossibile riconoscere uno Stato palestinese perché non c'è", nonostante il riconoscimento giuridico internazionale.

La relatrice delle Nazioni Unite Francesca Albanese analizza con Fanpage.it i massacri compiuti da Israele a Gaza e in Cisgiordania, la violazione dei diritti umani e il ruolo dell'Europa nei confronti della situazione palestinese.

Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha proposto un piano di ricollocamento forzato per la popolazione di Gaza, dichiarando che i palestinesi "adorerebbero" lasciare la propria terra se avessero la possibilità di farlo. Quali potrebbero essere le implicazioni di questa proposta sul piano dei diritti umani e della sovranità palestinese?

Ci sono due dimensioni, quella legale e quella politica: la dimensione legale è che, come ho avuto modo di dire proprio nelle prime ore dopo l'annuncio di questo piano assurdo, e che se non fosse stato comunicato da un capo di Stato susciterebbe ilarità, ma essendo una proposta di un governo peraltro molto influente, è oltraggioso. Quanto proposto è profondamente illegale, e incorpora l'intenzione dichiarata di commettere una serie di crimini internazionali.

Di quali crimini si parla?

Innanzitutto c'è l'aggressione nei confronti della sovranità di un altro Stato, di un altro popolo.Sebbene l'Italia non riconosca lo Stato di Palestina, lo Stato di Palestina esiste. Il piano Trump ingloberebbe una serie di crimini, in primo luogo l'aggressione nei confronti della sovranità di un altro popolo e Stato. Non ci può essere ingresso soprattutto delle truppe o di un contingente di un altro Stato senza previa autorizzazione o richiesta di chi su quella terra ha la sovranità, cioé il popolo Palestinese. Israele mantiene a Gaza, in Cisgiordania e Gerusalemme est una presenza illegale che, come ha ribadito la Corte di Giustizia Internazionale nel luglio del 2024, va smantellata totalmente e incondizionatamente, quanto prima. Questo "quanto prima" è il 13 settembre di quest'anno, per volere dell’Assemblea Generale Onu.

Il Presidente Trump sta dicendo che commetterà almeno due crimini, perchè oltre a quello di aggressione, c'è quello del trasferimento forzato della popolazione, o possiamo dire deportazione, puniti entrambi.dallo Statuto di Roma: per questi crimini c’è la responsabilità penale (chi li commette e chi li coadiuva deve essere, ai sensi della legge penale internazionale, inquisito, processato e se trovato colpevole, condannato). Quindi quello che propone Trump crea una situazione di allerta per il sistema penale internazionale tutto.

E la dimensione politica?

Dopo aver contribuito politicamente e militarmente a distruggere Gaza, la tracotanza dietro queste affermazioni non fa pensare a un ordine internazionale democratico, ma a una forma di imperialismo in violazione di qualsiasi regola diplomatica e ciò che è stabilito nella Carta Onu e in molteplici trattati internazionali. Siamo entrati in una fase di assurdo, di normalizzazione dell’illecito, e grottesco.

Come valuta la reazione dell'Europa alla situazione in Palestina e alla proposta di Trump? Ritiene che l'UE stia facendo abbastanza per rispondere alla crisi e proteggere i diritti dei palestinesi?

Francia e la Spagna sono stati i primi a esprimere parole di condanna. Il silenzio generalizzato, la posizione timida e la postura di vassallaggio dell'Europa, in questi ultimi 15 mesi è invece sorprende e delude. C'è paura e timore nei confronti di ciò che si profila all'orizzonte. In questo momento mi trovo in Danimarca e giacché Trump ha anche detto di avere intenzione di occupare anche la Groenlandia (parte del Regno di Danimarca.I danesi sono naturalmente preoccupati, e questo potrebbe aiutare a capire la minaccia costante che vivono i palestinesi; anche se è impossibile comprendere a fondo cosa abbiano vissuto per decenni di brutale occupazione militare, a meno che non si sia stati in Palestina e se non si conosce davvero la realtà del popolo palestinese. La vita sotto occupazione militare, 56 anni di occupazione militare, è stata feroce per i palestinesi e ancora di più lo è adesso. C'è una violenza completamente fuori controllo nei confronti della popolazione. E quindi, ripeto, lascia sgomenti il silenzio e la reazione timida dell'Europa innanzi a queste parole aberranti, soprattutto alla luce della reazione del Sud Globale, che è insorto, giustamente. E' una situazione distopica.

A Gaza c'è un cessate il fuoco, ma le violenze sono davvero concluse? E in Cisgiordania?

E' importante dire che a Gaza la violenza non è finita affatto. La presenza israeliana si è certamente molto ridotta, rispetto ai giorni più acuti del genocidio, però. L'assedio non è stato tolto e non sono finiti gli attacchi. Sono stati colpiti civili nel momento in cui entravano nelle aree nord della striscia di Gaza da cui erano stati sfollati dall’inverno 2023.  Circa 100 Palestinesi sono stati uccisi, molti dei quali mentre tentavano di ritornare all proprie case (o alle proprie macerie, è il caso di dire) sin dall'inizio del cessate il fuoco.

Soprattutto, la violenza si è intensificata in modo esponenziale anche nel nord e nel sud della Cisgiordania.

Secondo il ministro Matteo Salvini il piano di Trump su Gaza è da Nobel per la pace. Come commenta questa dichiarazione?

E' incommentabile, concentriamoci su cose serie e sull’opinione di persone informate.

E sulla visita del ministro Antonio Tajani in Israele?

Mi ha sorpreso negativamente. Ho letto con preoccupazione le affermazioni del ministro degli affari esteri italiano sulla questione palestinese negli ultimi mesi. Visto il ruolo che ricopro, e da italiana consapevole del ruolo che l'Italia ha giocato nell’ambito del conflitto mediorientale,perplime e rattrista vedere quanto l'Italia si sia distaccata dalla sua tradizione diplomatica e soprattutto da una posizione di rigore nel rispetto delle regole internazionali che tanto abbiamo contribuito a sviluppare (si pensi allo Statuto di Roma che ha istituito la Corte Penale Internazionale).

Ci sono due cose che ho trovato molto preoccupanti circa la visita di Tajani in Israele: è fondamentale che tutti gli stati contribuiscano agli aiuti, ma rimane il fatto che Israele deve offrire riparazioni alla popolazione di Gaza, come gli Stati Uniti e tutti quelli che hanno supportato militarmente e politicamente questo genocidio. In questo momento tutto ciò è politicamente difficile. E la Corte di Giustizia Internazionale impiegherà certamente tempo per concludere l’indagine sul caso di genocidio. Rimane il fatto che non si è fatto nulla per impedire che Israele distruggesse Gaza,e commettesse crimini di guerra e crimini contro l'umanità nel contesto di un genocidio: ci sono dei mandati di arresto per i leader israeliani tra cui il primo ministro. Rattrista vedere il ministro degli affari esteri che per la prima volta si reca al confine con Gaza e dice "stiamo aiutando il popolo palestinese" ancora una volta con questa mentalità di aiutare la gente, le vittime di una tragedia immane con la carità, con gli aiuti umanitari, quando politicamente non si è fatto nulla per evitarla. E quando dico "non si è fatto nulla" mi riferisco all’adempimento di obblighi legali, internazionali e costituzionali del nostro Paese.

Puo dirci quali?

L'Italia aveva l'obbligo di non trasferire direttamente o indirettamente armi a Israele e ha l'obbligo di non aiutare e assistere in alcun modo Israele che mantiene un'occupazione illegale nel territorio palestinese occupato. A fronte di tutto questo, desta sgomento questo subitaneo intervento all'indomani del cessate il fuoco, con una postura caritatevole che sembra spazzare con un colpo di spugna quello che l'Italia ha fatto (o non ha fatto) rispetto ai propri obblighi internazionali.

Tajani in Israele ha dichiarato che l'Italia crede nella soluzione dei due Stati ma al momento "è impossibile riconoscere uno Stato palestinese perché non c’è", come commenta questa dichiarazione?

Le affermazioni del ministro Tajani in riferimento allo Stato palestinese sconvolgono. Tale stato esiste dal punto di vista del diritto internazionale. Esiste, che l’Italia lo riconosca o no. Sorge il dubbio sulla legittimità di tali affermazioni dopo 32 anni di presunti negoziati di pace, in cui l'Italia si è spesa e profusa in parole di sostegno al progetto dei due Stati. All'indomani della distruzione di Gaza che Tajani faccia capolino e dica che "ora parlare di Stato palestinese è un ostacolo alla pace" pone l’Italia in una posizione imbarazzante. Incomprensibile a quale pace faccia riferimento, alla luce di ciò che è accaduto anche solo negli ultimi 15 mesi. Tajani, forse ispirato dalla controparte israeliana, parla di una pace in cui palestinesi vengano completamente soggiogati, sottomessi all'autorità israeliana nel territorio che quest'ultima occupa illegalmente e, appena possibile, cerchino la propria patria altrove. È la normalizzazione dell'illegalità proferita da uno dei più importanti rappresentanti del governo e questo fa spavento.

1.061 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views