Al via l’Assemblea costituente del M5s, su cosa si vota e perché sarà decisiva per Conte e Grillo
È iniziata la fase finale dell'Assemblea costituente del Movimento 5 stelle. Dopo mesi di lavori e anticipazioni, in questi due giorni i vertici del Movimento si riuniscono a Roma al Palazzo dei congressi per gli ultimi interventi pubblici. Secondo gli organizzatori, sono presenti circa 3.500 persone. Il primo intervento, quello di Giuseppe Conte, è stato accolto anche da alcune contestazioni: "Siamo aperti anche al dissenso, questa è una forza politica sana, ma invitare a non votare è la contraddizione più forte che ci possa essere", ha detto.
Domenica 24 novembre, alle ore 15, si chiuderanno le votazioni degli iscritti sui quesiti selezionati: molti riguardano proposte su temi come sanità, istruzione, economia, guerra, giustizia; altri sono invece relativi alla vita interna del partito. Le alleanze, il limite dei mandati, il simbolo, il nome; e anche il ruolo di Giuseppe Conte e Beppe Grillo, rispettivamente presidente e garante del Movimento.
Negli ultimi giorni, l'attenzione si è accesa sulla votazione anche perché lo stesso Conte ha messo in chiaro che se il M5s sceglierà di lasciare il campo progressista, tornando a una linea di isolamento "né di destra né di sinistra", allora l'ex premier farà un passo indietro. Inevitabile, quindi, che l'Assemblea sia vista anche come una ‘resa dei conti' tra il Movimento contiano e quello grillino.
Le principali questioni ancora in sospeso sono due: la presenza o meno di Grillo – che non è annunciato, ma potrebbe decidere anche all'ultimo di presentarsi a Roma – e il raggiungimento del quorum necessario per validare i risultati della votazione. Oggi comunque, arrivando all'evento, Conte ha detto di essere sereno: "Lo stato d'animo? Come potrebbe essere migliore con questo livello di partecipazione e di entusiasmo?", ha dichiarato ai cronisti.
Conte risponde alle contestazioni dal palco: "Accettiamo anche il dissenso"
Il discorso di apertura è stato proprio quello di Giuseppe Conte: "È stato un momento di grandissima partecipazione", ha detto l'ex premier, affermando che "forse stiamo attraversando il punto più basso della politica, momento di massimo inquinamento" e che di fronte a "un'astensione così forte" è necessaria una grande mobilitazione.
A questo punto sono partiti alcuni cori critici da parte di presenti che contestavano la guida di Conte, indossando magliette con le facce di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio e inneggiando a "onestà" e "trasparenza". "Abbiamo aperto anche a persone che hanno tentato di contestarlo e delegittimarlo fin dall'inizio", ha commentato il presidente M5s. "Lo avevamo previsto, è fisiologico. Noi siamo aperti anche al dissenso, questa è una forza politica sana. Se ci sono 90mila persone che discutono, ci possono essere anche persone che la pensano diversamente".
Poi però è passato al contrattacco, contestando la linea grillina: "Per un movimento fondato sulla partecipazione democratica, invitare a non votare e mettersi contro un processo di confronto è la contraddizione più forte che ci possa essere. Noi la accettiamo perché siamo aperti, ma è una contraddizione del principio fondamentale del Movimento 5 stelle".
Infine, Conte ha ricordato Gianroberto Casaleggio ("per primo ha intuito le potenzialità della democrazia diretta su piattaforma digitale") e ha invitato a votare: "Oggi stiamo andando oltre, questo processo si è aperto a 22mila contributi anche dai simpatizzanti non iscritti. Ciascuno di noi può decidere il futuro del Movimento 5 stelle. Abbiamo ribaltato la piramide, è la base che è in alto e sta decidendo".
Quali sono i quesiti per gli iscritti all'Assemblea costituente M5s
Come detto, le questioni su cui si vota serviranno a posizionare il M5s non solo sulla questione Conte-Grillo, ma anche su svariati altri temi. Ben 22 domande rivolte agli iscritti, infatti, toccano ambiti come l'istruzione, la sanità e la transizione ecologica.
Ad esempio, si chiede l'opinione su una legge sul fine vita, ma anche sull'abolizione del numero chiuso a medicina. Si ritorna a parlare di "progressiva abolizione del denaro contante" per combattere l'evasione fiscale, e di guerra, con un esercito comune europeo e la tassazione degli extraprofitti per le aziende di armi. Ancora, si chiede agli iscritti di esprimersi sulla legalizzazione della cannabis, sulle energie rinnovabili (con una riserva per il nucleare) e sulla "carne coltivata". E poi riforma della Rai, Autonomia differenziata e più fondi per la scuola.
Inutile negare, però, che hanno attirato molta attenzione gli altri quesiti, quelli che toccano il futuro interno del M5s. Il primo punto è quello che riguarda il presidente, cioè al momento Conte. E si propone, tra le altre cose di limitare alcuni suoi poteri o anche di rendere la carica incompatibile con altri incarichi (premier, presidente di Camera o Senato, ministro).
Il secondo riguarda il garante, ovvero Grillo. Qui campeggia la proposta di "eliminare il ruolo" direttamente, nel caso affidando i suoi poteri a un altro organo. O, semmai, di limitare la durata del suo mandato (attualmente il comico genovese è in carica a vita), magari rendendola semplicemente una carica onorifica.
Tra le varie altre proposte interne, spiccano quelle su nome del Movimento, simbolo e limite dei due mandati, che non salterebbe del tutto ma verrebbe modificato in modo profondo. Ma anche quelle sul "posizionamento nell'arco parlamentare", che prevedono di dichiararsi "di sinistra", o "progressisti", oppure "progressisti indipendenti; o ancora, la linea grillina di "distanza dalla destra e dalla sinistra". Da questo discende il quesito sulle alleanze, che possono essere vietate del tutto oppure legate ad alcuni fattori (anche alla ratifica degli iscritti).
Le paure di Conte sul quorum
È chiaro quindi che tutti i quesiti, ma specialmente quelli più strettamente politici, segneranno pesantemente il futuro del M5s. La linea portata avanti da Giuseppe Conte, che la maggior parte del partito sostiene, è quella progressista. Al contrario, Grillo è sembrato puntare soprattutto sull'astensionismo.
Prima dell'inizio delle votazioni, il Movimento ha dichiarato che gli iscritti in tutto sono poco meno di 90mila. Per essere valido, quindi, ciascun quesito dovrà ottenere almeno 45mila voti (circa). Se questo non succedesse, soprattutto per quelli più cruciali, si tratterebbe di un evidente fallimento politico per Conte: significherebbe che gli iscritti, nonostante mesi di mobilitazione, non hanno ‘creduto' nel processo della Costituente. E quindi, almeno in parte, hanno sconfessato la sua linea.
Anche se la scelta andasse in direzione dell'isolazionismo, senza alleanze e senza posizionamento "progressista", per Conte sarebbe un duro colpo. Un colpo che, stando alle sue stesse parole, probabilmente porterebbe a un cambio di leadership nel M5s. Finora, però, sembra che tra i contiani ci sia un certo ottimismo. Alcuni retroscena hanno parlato di circa 30mila votanti totali registrati ieri. L'obiettivo, quindi, sarebbe raggiungibile.
Beppe Grillo parteciperà alla Costituente?
Come detto, Grillo ha perlopiù ignorato la Costituente puntando quindi sul non-voto per mettere in difficoltà Conte. E questo è il motivo per cui la sua partecipazione è così incerta. Finora nessuno l'ha annunciata, e non risulta nemmeno che il comico abbia in programma un viaggio a Roma. Potrebbe – si ragiona nel M5s – scegliere di saltare direttamente l'evento romano, per non dare ancora più visibilità all'assemblea.
Oppure Grillo potrebbe decidere all'ultimo di salire su un treno e prendersi il palco, o fare un collegamento video. I rischi, per lui, ci sarebbero: da una parte, portare ancora di più i riflettori sull'evento e alimentare il voto online che finora ha scoraggiato; dall'altra, anche ricevere un'accoglienza non proprio calorosa da parte di una platea ‘contiana' che nelle ultime settimane ha criticato gli attacchi del fondatore al M5s. Ma gli permetterebbe anche di difendere le sue posizioni direttamente, senza più allusioni sui social.