Al via il Conte bis, Matteo Salvini non è più ministro degli Interni
Dal momento del giuramento nelle mani del presidente della Repubblica il governo entra ufficialmente in carica: il Conte 2 diventa un esecutivo nel pieno dei poteri, così come prevede la Costituzione. Anche se la tappa successiva sarà la richiesta di fiducia alle Camere (a Montecitorio la discussione in Aula inizierà lunedì mattina alle 11), e prima di allora il governo si occuperà solo del disbrigo degli affari correnti. Da questo momento però decadono anche tutti i ministri del governo giallo-verde.
Matteo Salvini, che è anche colui che ha aperto questa crisi lo scorso 8 agosto, dovrà lasciare il suo ufficio al Viminale, come ha detto lui stesso nei giorni scorsi. Per lui però non si tratta di un addio ma solo di un arrivederci. È finita la pacchia, ma solo temporaneamente: "Indosso con orgoglio, e lo farò sempre, la maglietta delle Fiamme oro, quella degli atleti della Polizia di Stato. Continuo a essere il ministro, anche senza poltrona, degli uomini e delle donne delle forze dell'ordine. Anche oggi li ho incontrati e gli ho detto: è un arrivederci a prestissimo e non un addio", ha detto durante una diretta Facebook ieri pomeriggio. Come a voler fino all'ultimo marcare il suo territorio, anche nei suoi ultimi interventi ha invocato e rivendicato la politica dei porti chiusi, promettendo le barricate contro il business dell'immigrazione clandestina.
Sebbene abbia ripetuto a gran voce di essere stato vittima di un complotto internazionale dei poteri forti, che volevano farlo fuori, l'ex ministro degli Interni offre i suoi saggi consigli alla nuova inquilina del Viminale, l'ex prefetto di Milano Luciana Lamorgese. Questi ultimi due giorni Salvini li ha trascorsi con la figlioletta Mirta, come ha raccontato sui social con il viso sorridente a cui ci ha abituati negli ultimi 14 mesi, ma ha precisato che anche se in questo momento il Pd è in vantaggio, il ‘governino' non gli ha tolto la voglia di lavorare. "Contro questo governo faremo opposizione in Parlamento e in Italia dove siamo maggioranza con i nostri sindaci e governatori", ha assicurato ai microfoni di Radio Anch'io su Radio Uno. "Quando ci sarà la fiducia saremo in piazza a protestare".
Non starà insomma in un angolo a guardare passivamente, ma ha promesso di sbeffeggiare quotidianamente la nuova squadra di governo sulle sue pagine Facebook e Twitter, in vista degli appuntamenti di Pontida, domenica 15 settembre, e della grande chiamata a raccolta di sabato 19 ottobre a Roma. Salvini fa le valigie, e con lui anche il capo del suo ufficio stampa Matteo Pandini, che ha curato la sua campagna aggressiva contro l'immigrazione: Pandini però non tornerà a fare il giornalista ma continuerà a lavorare per il Capitano.