Al Sud senza lavoro ormai un giovane su due
Dopo sei anni di crisi economica il Mezzogiorno d'Italia si ritrova più povero, con disoccupazione crescente e con l'incubo di una "ripresa senza occupazione" nel prossimo anno. A mettere nero su bianco la preoccupazione per le condizioni complessive del Sud è il rapporto "Check-up Mezzogiorno", pubblicato in volume da Confindustria. I dati sono drammaticamente significativi: "Il Mezzogiorno ha bruciato una fetta significativa della propria ricchezza al termine del sesto anno consecutivo di crisi, tenendo conto delle stime per il 2013, saranno 43,7 i miliardi di euro di Pil perduti dall'economia meridionale tra il 2007 e il 2013 […] A fine 2013, si stimano infatti oltre 600 mila occupati in meno rispetto al 2007; questo numero è quasi raddoppiato nell'ultimo anno".
I dati sulla disoccupazione del resto bastano a rendere l'idea di quanto il lavoro sia da considerare come la prima vera emergenza: a fine 2013 il 19,8% è senza lavoro, mentre a livello giovanile si sale al 49%. Un trend ancora in discesa, come testimoniano anche un altro dato: "Nei primi nove mesi del 2013, quasi 100 mila imprese meridionali hanno cessato la loro attività, ad un ritmo di 366 cessazioni al giorno: ben 2.527 sono le aziende fallite. Confrontando, invece, aperture e cessazioni dal 2007 al 2013, si sono ‘perse' circa 30.000 imprese, di cui circa 15 mila solo nei primi 9 mesi del 2013".
Secondo Confindustria nel 2014 potrebbero arrivare risposte concrete alla crisi, ma il timore resta comunque quello di una ripresa senza occupazione. Del resto da anni non si fa che parlare di riforme strutturali, ma restano ancora in sospeso misure concrete: "La drastica riduzione del cuneo fiscale, il taglio strutturale della bolletta energetica, lo smaltimento completo dello stock di debiti accumulati dalla P.A. nei confronti delle imprese".