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Al raduno dei nostalgici del Ventennio a Predappio 8 persone indagate

Otto persone, a quanto si apprende, sono indagate per apologia del fascismo, a causa di una serie di episodi, tra cui saluti romani e ostentazione di simboli fascisti, avvenuti nel corso del corteo di Predappio, in occasione dell’anniversario della Marcia su Roma.
A cura di Annalisa Cangemi
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A Predappio domenica hanno sfilato i nostalgici del Duce, al corteo organizzato dagli Arditi d'Italia per commemorare il centenario della Marcia su Roma. Ora otto persone risultano indagate per saluto romano e ostentazione dei simboli fascisti. A quanto si apprende sono in corso ulteriori accertamenti.

Il raduno si svolge tutti gli anni nella cittadina sulle colline romagnole che diede i natali a Benito Mussolini, ma quest'anno, sulla scia del nuovo governo di destra appena insediato, è stato un evento particolarmente partecipato: quattromila persone secondo gli organizzatori, circa la metà per la questura. Non sono arrivate le diecimila persone che erano state ipotizzate, ma il raduno può dirsi riuscito: il corteo è partito domenica mattina dalla piazza principale della cittadina del Forlivese per dirigersi poi verso il cimitero dove è sepolto Benito Mussolini. La cripta del Duce è stata aperta per l'occasione ai partecipanti, che sono entrati in silenzio. Sul sagrato del camposanto sono state pronunciate alcune preghiere e i saluti.

Presenti anche due pronipoti del dittatore, Vittoria e Orsola Mussolini: "Con la marcia su Roma si partì per creare uno Stato nuovo, più efficiente e più efficace" – ha detto quest'ultima, ricordando le "numerose opere pubbliche" approntate, a suo giudizio, dal regime di allora e dal bisnonno. Mirco Santarelli, presidente degli Arditi d'Italia della sezione di Ravenna che ha organizzato il raduno, aveva chiesto ai camerati di non salutare con il braccio teso, per evitare l'accusa di apologia del fascismo. Una richiesta che non è stata poi ascoltata da tutti nel finale della mattinata. "Io il saluto romano lo faccio lo stesso, mi denunciassero pure, ne ho già tante di denunce", aveva detto uno dei manifestanti.

Del raduno si è molto molto parlato in questi giorni, perché è stato messo in relazione con il rave party di Modena, sgomberato per volere del ministro dell'Interno Piantedosi, e soprattutto con la norma ad hoc che è stata scritta con urgenza nel nuovo decreto del governo contro i raduni illegali che abbiano più di 50 persone e da cui possa derivare "un pericolo per l'ordine pubblico, l'incolumità pubblica o la salute pubblica". È evidente come una manifestazione come quella di Predappio sia stata, al contrario del rave di Modena, ampiamente tollerata dal governo, nonostante i partecipanti abbiano avuto condotte discutibili al limite della legalità.

Il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli (Fdi), aveva commentato così le immagini del raduno di domenica: "Il raduno di Predappio è stato gestito da diversi governi nel corso della storia ma non è mai stato elemento di attenzione come in questo momento. Non c'entra niente con un rave party: lì ci sono persone che possono essere criticate, io non ci sono mai stato in vita mia, non sono un nostalgico, quelle immagini sono patetiche, sono persone che non hanno prospettive, a me piace l'idea di trasformare la realtà che mi sta intorno invece che contemplare gli antichi egizi", ha detto a ‘Un Giorno da Pecora' su Rai Radio1.

In quella manifestazione a suo avviso si può ravvisare il reato di apologia di fascismo? "Il reato di apologia di fascismo esiste, evidentemente se le forze dell'ordine e la magistratura non sono intervenuti e perché non si ravvisa il reato", ha aggiunto Rampelli, per il quale si tratta di "atteggiamenti folcloristici, dal punto di vista politico assolutamente nessuna condivisione e nessuna tolleranza".

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