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Al mio segnale: sfiduciate il governo

Il governo Monti è di fatto compromesso. Alla fonte il Pdl, interessato alle proprie sorti, non a quelle de paese. La spallata a Monti è il primo atto di campagna elettorale, altro che rispetto alla propria base sociale.
A cura di Andrea Parrella
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Camera - informativa del Governo su manovra finanziaria

Angelino Alfano e i saggi di faccia tosta. Nessuno neghi che di questo retrogusto non sentivamo la mancanza. Il segretario Pdl, in una diplomatica uscita di ieri ha testualmente detto: "Invito Bersani, in questo momento così delicato a sospendere i toni da campagna elettorale ". Eccolo il testamento di un'era, un'era che non era, ma a quanto pare è ancora, che ha concesso alla più bieca ipocrisia di farsi avanti e farsi legge, senza soluzione alternativa. Bersani in campagna elettorale? ci mancherebbe che non fosse così. Spesi due euro, gli elettori lo vogliono con la fronte inumidita fino all'election day. Quanto meno ha legittimato il suo percorso. Invece la campagna elettorale del Pdl continua a passare sotto silenzio, invade il mainstream ma non viene mai associata alla sua corretta forma.

Monti si dimetterà, schiacciato da una sfiducia dei sodali di Berlusconi e, diciamolo, dell'improvviso rigurgito di rispetto che il Pdl avrebbe avuto verso la propria base sociale, come diceva Cicchitto giovedì per motivare l'astensione, di una base stanca delle vessazioni del governo Monti (sempre e incondizionatamente sostenuto sin lì), della misura ormai colma che s'era raggiunta: sono pretesti ai quali non si riesce a credere nemmeno a volerlo fare apposta. Vorrebbe dire delirare credere che alla base dell'improvvisa astensione da sfiducia di parte del gruppo Pdl esisteva una causa che andasse oltre la campagna elettorale. Il motivo è presto detto: una caduta è una caduta, ti puoi rialzare, ma le sbucciature sui ginocchi per un po' restano. Caduta anticipata di un governo è di fatto preventivo di fallimento, per lo meno agli occhi degli elettori meno attenti.

E allora se è vero che il Pdl si troverà a far fronte ad una sfida apparentemente impossibile per riconquistarsi consensi, logica vuole che il primo obiettivo sia di tagliare gambe ai possibili avversari, o almeno a quelli "interni". E chiediamoci, allora, se esautorare Monti di ogni credibilità non sia una mossa che metterà in ginocchio quella combriccola di centro (Casini, Fini, Montezemolo& co.) che per la ricandidatura di Monti spinge (spingeva, oramai è quasi lecito parlare all'imperfetto). Spingere, così come Berlusconi avrebbe detto di fare ai tg di sua proprietà, nel descrivere l'esecutivo con l'immagine del governo delle tasse, rivestire la compagine montiana di un'aureola di negatività: comincerebbe a risolvere un problema. I tempi sono ristretti, ma si deve partire con sangue freddo e capacità di calcolo, un passo alla volta. Siamo già ampiamente disgustati dal "ritorno in campo" e basta. Che, per favore, adesso la si smetta di provare a ricorrere ad un pretesto: il governo  cade perché la sfiducia del Pdl è il primo atto di una campagna elettorale oramai aperta.

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