Al corteo pro Palestina a Torino sono state bruciate due foto della premier Meloni e di Netanyahu
Un migliaio di persone sono scese in piazza ieri a Torino per la Palestina. Il corteo, organizzato da Centri sociali, coordinamento per Gaza, Collettivi studenteschi, Si Cobas e Cub, è partito dal quartiere di San Salvario ed è arrivato in piazza Castello, dove è stata bruciata una foto della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, insieme a una gigantografia del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. I manifestanti avevano una grande bandiera della Palestina e hanno esposto numerosi cartelli per ricordare i bambini morti durante la guerra scoppiata dopo il 7 ottobre.
Messaggi di solidarietà sono subito partiti dal centrodestra, e il presidente del Senato Ignazio La Russa ha sentito sl telefono la premier, in segno di vicinanza, esprimendole anche delusione per la mancanza di sostegno da parte delle forze di opposizione, che non hanno condannato gli insulti del governatore della Campania Vincenzo De Luca contro la presidente del Consiglio: "Il rispetto per le istituzioni – sono state le parole del presidente del Senato – deve andare oltre le appartenenze politiche".
In realtà non solo Calenda e Renzi hanno preso le distanze dai toni del governatore De Luca, ma oggi la senatrice Pd Susanna Camusso è tornata sulla vicenda: "Un grave errore: quell’insulto se lo poteva risparmiare. E, purtroppo, spesso De Luca non se li risparmia", ha detto al Corriere della Sera. Camusso ha sottolineato che "in qualunque iniziativa bisogna mantenere un linguaggio corretto e istituzionale. E non averlo fatto è stato un gravissimo errore da parte di De Luca perché la dialettica nella politica ci deve essere, ma fondata sul rispetto".
"Il risultato è che tutti commentiamo quello e non parliamo più del merito della riforma. È il gioco della distrazione. Ma il gioco è iniziato dalla dichiarazione con cui Meloni suggeriva ai manifestanti di andare a lavorare. Parole altrettanto insopportabili e insultanti", ha spiegato Camusso.
"Desidero esprimere a nome di tutti i senatori di Fratelli d'Italia solidarietà e vicinanza al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, dopo che oggi a Torino manifestanti dell'estrema sinistra hanno bruciato la sua foto in un corteo contro Israele. Non è la prima volta che in cortei di questo tipo si consumano scene di violento odio. Mi auguro che anche dalle opposizioni si levino parole di condanna, anche perché il silenzio sulle gravi, e grevi, parole del Presidente della Campania possono certamente incoraggiare persone incivili come quelle entrate in azione a Torino", ha dichiarato in una nota il presidente dei senatori di Fratelli d'Italia, Lucio Malan.
A nome del gruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, il capogruppo Tommaso Foti si è detto indignato "per le continue violenze" che Meloni "è costretta a subire. Da ultimo oggi a Torino, in occasione di un corteo pro-Palestina. Una pericolosa deriva di violenza che non è più in alcun modo tollerabile e che travalica i limiti della legalità e del civile confronto politico. Ci auguriamo una netta presa di posizione da parte di tutto il mondo politico, primi fra tutti il sindaco di Torino e la segretaria del Pd Schlein, perché il girarsi dall'altra parte è altrettanto una colpa. Auspichiamo che i responsabili di questo gesto vengano presto individuati per rispondere di queste azioni deplorevoli nelle sedi di competenza".
Dal Pd è arrivato un messaggio di solidarietà del senatore Filippo Sensi, che sui social ha scritto: "Tutto mi divide da Giorgia Meloni e da FdI. Ma tra avversari la prima cosa è il rispetto. E la condanna senza esitazioni di aggressioni, insulti, odio fa parte di questo rispetto reciproco. La mia solidarietà, personale, umana, politica", mentre il senatore della Lega Claudio Borghi ha invocato"tolleranza zero verso chi alimenta la cultura dell'odio".
Per la Lega è intervenuto anche il deputato, e vice di Salvini, Andrea Crippa: "Ancora una volta siamo costretti a vedere delle immagini inaccettabili. Bruciare la foto del presidente del Consiglio è un atto violento e semplicemente intollerabile in un Paese democratico come il nostro. Siamo vicini a Giorgia Meloni, l'odio non fermerà le nostre idee".