Aiuti di Stato e un Fondo sovrano europeo, la Commissione Ue lancia il suo Piano industriale green
La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha presentato il nuovo piano industriale green dell'Unione europea. La proposta, che è stata inoltrata agli Stati membri e sarà oggetto di trattative nelle prossime settimane si basa su due obiettivi, a cominciare dal Consiglio europeo del 9 e 10 febbraio: più aiuti di Stato alle aziende ‘green' nel breve periodo, e l'inizio dei lavori per un fondo sovrano europeo entro l'estate del 2023.
"L'Europa ha bisogno di un nuovo piano industriale del Green deal", hanno scritto i commissari in una comunicazione. "Il piano farà parte del Green Deal europeo, che ci ha avviato sulla strada della neutralità climatica, e consentirà all'Europa di aprire la strada a livello globale nell'era industriale net zero", cioè la condizione in cui i gas serra emessi dalle industrie sono pari a quelli che rimuovono. Nel prossimo decennio, bisognerà aumentare "in modo massiccio lo sviluppo tecnologico, la produzione manifatturiera e l'installazione di prodotti net zero e la fornitura di energia".
L'Europa risponde al piano green degli Stati Uniti
Il piano industriale green dell'Ue è arrivato come risposta quasi diretta all'Inflation reduction Act degli Stati Uniti, che prevede anche forti investimenti per tutelare settori dell'industria statunitense considerati strategici per la transizione ecologica. La cosa ha reso gli Stati Uniti un Paese più invitante per le grandi aziende del settore, mettendo in difficoltà le imprese europee.
Von der Leyen ha detto di accogliere "con favore le notizie arrivate con l'Inflaction Reduction Act americano. Siamo concorrenziali e a nostro avviso è necessaria la concorrenza. È importante per noi garantire parità di condizioni a livello globale e all'interno del mercato unico".
Gli aiuti di Stato subito: "I Paesi investano nelle industrie a zero emissioni"
I due elementi, cioè gli aiuti di Stato e un fondo sovrano europeo, sono sostenuti da Paesi diversi. Da una parte, gli Stati con meno debito sono tendenzialmente favorevoli a fare in modo che ciascun Paese debba finanziare da sé gli incentivi e le misure necessarie, utilizzando appunto gli aiuti di Stato, e quindi l'Europa debba limitarsi a essere più flessibile sotto questo aspetto.
Von der Leyen ha specificato che gli aiuti dovranno essere "mirati e temporanei", e che "è importante evitare la frammentazione" e "garantire la parità di condizioni". Cioè, non bisogna svantaggiare i Paesi con un debito pubblico elevato, come l'Italia, che non possono permettersi grandi investimenti se non facendo nuovo debito. "Dobbiamo evitare di pensare che ogni Stato membro possa agire come un'isola, in autonomia", ha specificato.
In concreto, secondo quanto è stato reso noto finora, l'Unione europea intende "incoraggiare gli Stati membri ad usare i fondi del RePowerEu", cioè circa 250 miliardi di euro, "per concedere sgravi fiscali alle industrie a zero emissioni". Un maggiore accesso ai finanziamenti "consentirà alle nostre principali industrie di tecnologia pulita di crescere rapidamente". Per quanto riguarda le risorse a breve termine, oltre al RePowerEu ci sono "i cento miliardi del fondo di Coesione. Spero che gli Stati membri utilizzino queste risorse e diano una spinta agli investimenti.".
Fondo sovrano europeo, la Commissione lo proporrà: "Servono progetti comuni"
Dall'altra parte, il fondo sovrano europeo è una misura che va definita nei dettagli, ma probabilmente porterebbe a utilizzare in misura maggiore i fondi comuni dell'Unione europea. È stato così, ad esempio, nel caso del Pnrr italiano. Il fondo sovrano "è un progetto più strutturale, lo proporremo nel contesto della revisione del bilancio pluriennale", che dovrebbe iniziare nei prossimi mesi, ha annunciato Von der Leyen.
Il fondo "si incentra su un'idea: abbiamo bisogno di progetti europei comuni che si basino su tecnologie all'avanguardia e vogliamo garantire che queste siano disponibili in tutta l'Unione. Per questo, serve uno strumento di finanziamento comune europeo", ha detto la presidente della Commissione. Per adesso, le tecniche di finanziamento – cioè come si troveranno i soldi per questo fondo sovrano – è un tema ancora da discutere.