Aiuti di Stato, di cosa stanno discutendo i leader europei e le proposte per i sussidi alle imprese
Il Consiglio europeo straordinario del 9 e 10 febbraio sta facendo parlare molto di sé per la presenza del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha lasciato Kiev per la prima volta dallo scoppio della guerra, ma in realtà sono tantissimi i temi sul tavolo dei leader Ue. Tra questi c'è anche quello degli aiuti di Stato. Di fatto si dovrà discutere di come tutelare le imprese europee in questa fase critica, aprendo appunto a regole più elastiche per quanto riguarda gli aiuti di Stato.
La proposta avanzata da Bruxelles arriva dopo l'Inflation Reduction Act statunitense, che rischia di sconvolgere gli equilibri di competitività sui mercati internazionali. In risposta ai sussidi USA, anche i Paesi europei chiedono un margine più ampio per intervenire a favore delle imprese. Tuttavia, non tutti gli Stati membri hanno la stessa capacità di intervento. E questo potrebbe avere ulteriori risvolti negativi per quanto riguarda la concorrenza mercati.
"Sì agli aiuti di Stato, ma in cambio di una flessibilità più ampia del patto di stabilità e sull'utilizzo dei fondi del Pnrr": ha commentato il ministro dellʼEconomia Giancarlo Giorgetti, sottolineando che se dall'Ue arriverà il via libera a più sussidi per la transizione ecologica, allora dovrebbe tenerne conto anche nel momento in cui analizza i deficit pubblici e le spese dei vari Paesi.
In un'intervista al Corriere della Sera ha aggiunto: "Non è che si può prendere solo un pezzo, gli aiuti di Stato, senza discutere del resto. Il muoversi in modo disordinato può far saltare l'Europa. Se il rilassamento dei vincoli e le deroghe sugli aiuti di Stato proseguono e a fine anno tornano in vigore le regole del Patto di Stabilità, allora si crea un disallineamento".
Intanto i ministri dell'Economia di Francia e Germania, rispettivamente Bruno Le Maire e Robert Habeck, sono volati a Washington proprio per discutere dell'Inflation Reduction Act e dell'afflusso di aiuti pubblici in arrivo per sostenere le imprese USA. Giorgetti ha commentato: "È un'iniziativa di due Paesi, non un'iniziativa europea. Non siamo stati informati e la cosa non ci offende: ci sorprende. L'avesse fatto l'Italia, questo governo sarebbe stato accusato di essere sovranista e antieuropeo. Saremmo sotto processo". Oggi c'è comunque stato un colloquio telefonico tra Giorgetti e l'omologo francese, anche se non è ancora chiaro che cosa si siano detti i due ministri dell'Economia.