Bonus giovani under 35, caos del governo: chi lo potrà ottenere e chi è escluso a sorpresa

Un recente decreto attuativo, pubblicato il 27 febbraio, ha suscitato confusione tra aziende e operatori del settore, soprattutto per i cambiamenti rispetto a quanto inizialmente previsto. Si tratta del provvedimento relativo al Bonus Giovani, che escluderebbe le assunzioni effettuate prima dell'autorizzazione della Commissione Europea, avvenuta il 31 gennaio, nonché quelle che avverranno prima della pubblicazione della circolare INPS. Un "pasticcio", lo ha definito Davide Aiello del M5s, poiché ha generato non poco disorientamento tra le imprese, ora in attesa di chiarimenti.
Il bonus giovani: un'opportunità per le imprese, ma con limiti imprevisti
Il provvedimento prevede un esonero totale dai contributi previdenziali per le assunzioni a tempo indeterminato di giovani sotto i 35 anni che non abbiano mai avuto un contratto stabile. Le aziende potranno beneficiare di un contributo che copre fino a 500 euro mensili per ogni assunzione, per un periodo di due anni. Questo tetto aumenta a 650 euro per le assunzioni nelle regioni del Sud Italia. È importante notare che il bonus non è cumulabile con altri incentivi simili, ma può essere compatibile con la maxi-deduzione per nuove assunzioni prevista dalla riforma dell’Irpef. Le modifiche introdotte con il decreto attuativo sembrano però escludere dal beneficio tutte le assunzioni effettuate prima del 31 gennaio 2025, creando non pochi disagi per quelle aziende che avevano già provveduto a nuove assunzioni in quel periodo, sperando di accedere al bonus.
Un documento controverso e la sua sparizione online
Non solo il contenuto del decreto relativo al Bonus Giovani ha suscitato parecchi dubbi, ma anche la sua disponibilità online è diventata un punto di discussione. Il documento, che era stato reso disponibile sul sito del Dipartimento per il programma di governo, non è infatti ora più accessibile. Il link che portava al PDF ora restituisce un messaggio di errore, suscitando interrogativi sul motivo di questa sparizione: si tratta di un semplice problema tecnico o si sta preparando una correzione del testo?
Aiello (M5s): "Governo di dilettanti allo sbaraglio"
Il deputato del M5S, Davide Aiello, ha sollevato il caso con una interrogazione alla ministra del Lavoro, Marina Calderone, esprimendo preoccupazione per l'errore che avrebbe danneggiato numerose imprese. Aiello ha sottolineato che tale esclusione è in contraddizione con quanto stabilito dal decreto Coesione, che prevede un periodo agevolato compreso tra il 1° settembre 2024 e il 31 dicembre 2025. Secondo il deputato, l'intento di risolvere la questione è urgente, poiché il disguido sta causando danni concreti a chi aveva già preso decisioni aziendali in buona fede.

"Ho presentato un'interrogazione alla ministra Calderone dopo il pasticcio combinato da lei e dal suo ministero con il decreto attuativo del bonus giovani under 35, emanato lo scorso 27 febbraio", ha dichiarato il deputato, che ha poi aggiunto "Decreto che ha destato lo stupore delle aziende perché ha escluso dal perimetro di applicazione tutte le assunzioni effettuate prima del 31 gennaio 2025, data dell'autorizzazione da parte della Commissione europea. Tale circostanza contraddice apertamente quanto previsto dal decreto Coesione, che, invece, individua quale periodo agevolato quello compreso tra il 1° settembre 2024 e il 31 dicembre 2025. Insomma: un danno enorme per tutte quelle imprese che hanno già effettuato assunzioni fra il 1º settembre dell'anno scorso e il 30 gennaio credendo di poter usufruire del bonus. Chiediamo pertanto alla ministra Calderone in che modo intenda rimediare a questo grave accadimento". Aiello ha poi concluso: "Siamo di fronte a un governo che non conosce nemmeno il contenuto delle leggi che scrive. Dilettanti allo sbaraglio"
Il governo ha stanziato fino a 1,429 miliardi di euro per finanziare il bonus, attraverso il Programma nazionale giovani, donne e lavoro 2021-2027. L'efficacia delle misure è stata, però, condizionata all'autorizzazione della Commissione Europea, che ha dato il via libera lo scorso 31 gennaio, permettendo al decreto di proseguire il suo iter. Ora, il provvedimento è in attesa di essere esaminato dai competenti organi di controllo, prima di entrare in piena applicazione.