Agnese Borsellino muore senza sapere la verità sulla morte di Paolo (VIDEO)

"È morta Agnese; è andata a raggiungere Paolo. Adesso saprà la verità sulla sua morte". Salvatore Borsellino, fratello del giudice antimafia, nel dare la notizia della scomparsa di Agnese Borsellino, morta stamane a Palermo dopo una lunga malattia, non può non ricordare i lunghi anni passati a chiedere giustizia e verità sulla morte del giudice antimafia, ucciso insieme alla sua scorta con una autobomba a via d'Amelio nel 1992 poche settimane dopo la strage di via Capaci che aveva ucciso Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e la loro scorta di polizia.
Agnese Borsellino pur conservando sempre un profilo di riservatezza aveva più volte lanciato messaggi per chiedere di arrivare ad una verità sulle stragi del '92 e sulla trattativa Stato-Mafia. La battaglia per conoscere la verità sull'eccidio di via D'Amelio, la vicenda dell'agenda rossa di Paolo Borsellino, i tanti lati oscuri della strage, hano impegnato la vedova del giudice nei suoi ultimi anni di vita. Citata a deporre nell'ultimo processo per la strage, in corso a Caltanissetta, avrebbe dovuto ripetere in aula le confidenze ricevute dal marito poco tempo prima di morire. "Paolo – disse ai pm la donna – mi accennò che c'era una trattativa tra la mafia e lo Stato. Dopo la strage di Capaci mi disse che c'era un colloquio tra mafia e pezzi infedeli dello Stato". Agnese Borsellino disse che il marito era "sconvolto" mentre le rivelava di avere saputo che l'ex capo del Ros, Antonio Subranni, era un uomo d'onore, un "punciuto". "Paolo mi disse – ha raccontato la donna – ‘mi ucciderà la mafia ma solo quando altri glielo consentiranno"'. I verbali dei suoi interrogatori sono stati acquisiti anche al processo al generale dei carabinieri Mario Mori. L'udienza in Aula per Agnese Borsellino è stata impedita solo dalla sua grave malattia allo stato terminale.
Restano le parole registrate anche dalla trasmissione di Michele Santoro, "Servizio Pubblico: "Dopo la strage di Capaci mio marito disse che c'era un dialogo in corso già da molto tempo tra mafia e pezzi deviati dello Stato. "Paolo mi disse che materialmente lo avrebbe ucciso la mafia ma i mandanti sarebbero stato altri". Proprio in questi giorni è iniziato a Caltanissetta il quarto filone processuale sull'attentato e Agnese Piraino Leto, era indicata fra i testimoni principali del dibattimento.