video suggerito
video suggerito

Aggressione giornalista a Torino, quattro militanti di CasaPound finiscono ai domiciliari

Arresti domiciliari per i quattro militanti di CasaPound indagati per l’aggressione ai danni del giornalista de La Stampa Andrea Joly. Sono accusati di violenza privata aggravata e lesioni personali aggravate.
A cura di Giulia Casula
30 CONDIVISIONI
Immagine

Sono scattati i domiciliari per i quattro militanti di CasaPound indagati per l'aggressione avvenuta un mese fa ai danni del giornalista Andrea Joly. Le accuse sono violenza privata aggravata e lesioni personali aggravate.

Questa mattina la Polizia di Stato ha eseguito le quattro misure cautelari al termine delle indagini guidate dal pm Paolo Scafi. Lo scorso 20 luglio il giornalista de La Stampa, che si trovava nei pressi del circolo Asso di Bastoni, era stato avvicinato da alcune persone dapprima intenzionate ad accertarsi dell'identità del ragazzo. Il locale è noto per essere frequentato abitualmente da militanti di estrema destra, nello specifico di CasaPound.

Dopo aver compreso che Joly non avesse nulla a che fare con le organizzazioni di estrema destra, tali individui avevano cominciato a minacciarlo perché consegnasse loro il suo telefono. Alle aggressioni verbali sono presto seguite quelle fisiche, sfociate in calci e pugni ai danni del giornalista.

Nei video pubblicati nei giorni successivi si vede chiaramente Joly colpito a terra da tre individui fuori dal circolo. Quella sera era in corso un evento identitario con tanto di inni e cori fascisti intonati dai partecipanti.

Dopo l'accaduto la Digos aveva avviato immediatamente degli accertamenti che hanno portato all'individuazione di cinque responsabili, ma per il quinto non è stata disposta alcuna misura cautelare.

Il pestaggio ai danni del giornalista era finito al centro delle polemiche dopo le dichiarazioni di Ignazio La Russa sulla vicenda. "Io credo che i giornalisti dovrebbero fare in modo più attento le loro incursioni. Ho letto che (Joly) non si è mai dichiarato giornalista, non vorrei che ci fossero metodologie che innescano reazioni, non sto giustificando niente ma non credo che il giornalista passasse lì per caso e sarebbe stato bello se lo avesse ammesso", aveva dichiarato la seconda carica dello Stato scatenando la reazione indignata delle opposizioni. La Russa aveva poi corretto il tiro. "Questo non giustifica la reazione violenta, non c'è nulla che possa giustificare il passare dalle parole ai fatti, da parte mia c'è condanna assoluta verso gli aggressori", aveva dichiarato.

30 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views