Agenti uccisi Trieste, sindacato polizia: “Non strumentalizziamo, ora è momento del dolore”
Questo è il momento del dolore, del cordoglio e del silenzio. Non quello per strumentalizzare una vicenda così tragica come quella di Trieste, dove due agenti hanno perso la vita in seguito a una sparatoria avvenuta in questura. A cercare di non alzare i toni ed evitare, in questo primo momento, un dibattito su colpe e possibili cause incerte è il segretario generale della Silp Cgil (il Sindacato italiano dei lavoratori di polizia), Daniele Tissone. Contattato da Fanpage.it Tissone preferisce non lasciarsi andare in commenti e polemiche che, in questo momento, sarebbero fuori luogo: “Adesso è il momento del silenzio, del cordoglio e del rispetto per queste famiglie”. Quelle dei due agenti, Pierluigi Rotta e Matteo De Menego, uccisi durante la sparatoria all’interno della questura di Trieste.
Secondo Tissone bisogna evitare a ogni costo le strumentalizzazioni, soprattutto in questa fase, in cui ancora è difficile capire cosa sia realmente accaduto nella giornata di ieri e come sia potuto avvenire un episodio così drammatico. Parlare, senza averne certezza, delle possibili cause “rischia di diventare una strumentalizzazione”. Sicuramente ci sarà da riflettere sul fatto che la sparatoria non è avvenuta in mezzo alla strada, durante un giro notturno di una volante, ma all’interno della questura. Ma in ogni caso per ora “le strumentalizzazioni andrebbero evitate: è meglio aspettare di avere un quadro più completo delle cose prima di parlare”.
Non si può dire ora se qualcuno ha sbagliato e perché. Adesso è “il momento del rispetto delle persone”, sottolinea Tissone ribadendo, inoltre, che siamo anche di fronte a un quadro “frammentario” della situazione: “Prima di dire qualcosa sarebbe bene avere qualche elemento in più”. D’altronde anche pensare di prevenire altre azioni di questo genere è difficile, soprattutto perché “non abbiamo neanche un quadro esaustivo della situazione” e inoltre “sono momenti che non sappiamo fino a che punto sono replicabili”. Ma per Tissone rimane una certezza: “Come possiamo fare ragionamenti di qualsiasi tipo quando ci sono ancora due persone che devono essere sepolte?”. Per cui, di fronte a una “tragica fatalità” non ha senso discuterne ora, il rischio è che sia solo “demagogia e strumentalizzazione”. Un rischio che, di certo, “non aiuta la polizia” e che non deve essere affrontato ora, che è solo “il momento del cordoglio”.