“Obiettivo è portare in Italia 2500 civili afghani”: il piano di Di Maio
Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha fissato un obiettivo: portare in salvo in Italia 2500 profughi. La principale priorità del governo italiano in questa fase confusa e concitata della crisi afghana è "la protezione dei civili". Come ha detto il titolare della Farnesina in un suo intervento a una conferenza sul multilateralismo al meeting di Rimini, "la messa in sicurezza degli afghani che hanno collaborato a vario titolo con la comunità internazionale e di personalità che si sono esposte a favore dei diritti umani e civili è al centro dei nostri sforzi".
In linea con quanto anticipato dal presidente del Consiglio Mario Draghi Di Maio ha sottolineato la necessità di far uscire dal Paese coloro che hanno collaborato con il contingente italiano, insieme alle famiglie, e le persone che si sono impegnate, in questi 20 anni di occupazione militare da parte degli Stati Uniti e delle forze Nato, per la difesa dei diritti umani.
"L'Italia, presente con il console e un nucleo di militari presso l'aeroporto di Kabul – ha proseguito – continua a lavorare per portare in salvo i collaboratori e gli attivisti che vogliono lasciare il Paese. Abbiamo evacuato finora circa 1.600 civili afghani, nostri ex collaboratori e loro familiari. Il piano è di trasferirne in Italia circa 2.500″.
Intanto prosegue il ponte aereo fra Roma e Kabul: un KC 767 dell'Aeronautica militare è atterrato questa mattina a Fiumicino con a bordo 211 persone che erano state evacuate dalla capitale la scorsa notte con due C 130J. Nella nottata un altro C130J è decollato da Kabul con a bordo 103 per rientrare in Kuwait. Altri tre C130J nella giornata di oggi voleranno verso Kabul per evacuare altri cittadini afghani.
"Il caso dell'Afghanistan", ha ammesso Di Maio, "è certamente esemplificativo delle difficoltà che incontra oggi l'Occidente anche nelle sue espressioni multilaterali". Le difficoltà, ha aggiunto, "si sommano a quelle sperimentate nell'ultimo anno e mezzo con il Covid".
Per l'Italia "la promozione di un multilateralismo imperniato sull'Onu resta una priorità", ha aggiunto il ministro degli Esteri Per questo "sosteniamo gli sforzi del segretariato generale per un'organizzazione più efficiente, democratica, trasparente, rappresentativa e responsabile. Come il Segretario Generale Guterres ha sottolineato, le sfide odierne richiedono un ‘New Global Deal' tra tutti i Paesi, che favorisca un multilateralismo interconnesso, sensibile alle istanze dei Paesi in via di sviluppo e di tutti gli attori sociali".