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Affitti brevi, la stretta: minimo 2 notti nei centri storici, si rischiano multe fino a 5mila euro

Nella nuova bozza del ddl per disciplinare le locazioni di immobili ad uso abitativo per finalità turistiche arriva la stretta per Airbnb e simili, con limitazioni per gli affitti brevi e multe più salate.
A cura di Annalisa Cangemi
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Nella bozza del disegno di legge che disciplina le locazioni di immobili a uso abitativo per finalità turistiche ci sono le annunciate norme che limitano gli affitti con Airbnb. Il testo, composto da 8 articoli, prevede un ‘Codice identificativo nazionale' per gli appartamenti affittati a turisti e un inasprimento delle sanzioni per chi viola le norme.

Gli affitti brevi a scopo turistico possono essere effettuati in abitazioni che non costituiscono la residenza principale del proprietario. Per "locazione per finalità turistiche", si specifica infatti all'articolo 2, "si intende il contratto di locazione con scopo turistico avente ad oggetto il godimento di un’unità immobiliare ad uso abitativo ubicata in un luogo diverso da quello di residenza della parte conduttrice, stipulato direttamente da colui che la detiene legittimamente o tramite soggetti che esercitano attività di intermediazione immobiliare, ovvero soggetti che gestiscono portali telematici, mettendo in contatto persone in cerca di una struttura con persone che dispongono di unità immobiliari da locare".

Si legge inoltre che "A pena di nullità, il contratto di locazione per finalità turistiche avente ad oggetto uno o più immobili ad uso abitativo situati nelle zone territoriali omogenee A (che rivestono carattere storico, artistico e di particolare pregio ambientale o da porzioni di essi, comprese le aree circostanti, che possono considerarsi parte integrante, per tali caratteristiche, degli agglomerati stessi) dei comuni capoluoghi delle città metropolitane, non può avere una durata inferiore a due notti consecutive". Rispetto alla bozza condivisa dal ministero a maggio, nel nuovo testo saltano quindi deroghe al limite minimo di due notti, prima invece previste nel caso in cui la parte conduttrice fosse costituita da un nucleo familiare numeroso composto da almeno un genitore e tre figli.

Cosa è il Codice identificativo nazionale

Nella bozza, all'articolo 3, si legge: "Al fine di assicurare la tutela della concorrenza, della sicurezza del territorio e per contrastare forme irregolari di ospitalità, il Ministero del turismo assegna, tramite apposita procedura automatizzata, un codice identificativo nazionale – CIN ad ogni unità immobiliare ad uso abitativo oggetto di locazione per finalità turistiche, previa presentazione in via telematica di un'istanza da parte del locatore, ancorché già munito di un codice identificativo regionale – CIR rilasciato dalla regione competente".

I codici" che devono contenere anche l'indicazione del numero di posti letto disponibili secondo quanto dichiarato nella relativa istanza, sostituiscono, ad ogni effetto, i codici identificativi regionali – CIR. I CIR già assegnati conservano la propria validità fino al termine di novanta giorni successivi alla pubblicazione della presente legge".

Inoltre si specifica che il ministero del Turismo "a seguito dell'assegnazione del CIN, inserisce le unità immobiliari destinate alle locazioni per finalità turistiche e le strutture ricettive alberghiere ed extra alberghiere nella banca dati nazionale", che è pubblica e liberamente consultabile sul sito del ministero del Turismo".

Inoltre si aggiunge che i "soggetti che gestiscono portali telematici hanno l'obbligo di indicare, negli annunci pubblicati nei propri portali, il CIN dell'unità immobiliare destinata alla locazione per finalità turistiche ovvero della struttura ricettiva, alberghiera ed extra alberghiera" dopo aver verificato la correttezza delle informazioni riportate nella banca dati. Non si potranno comunque pubblicare annunci privi del CIN.

Multe più severe per chi viola le norme

Sono previste multe più severe per chi non rispetterà le nuove norme sugli affitti brevi: chi non espone e indica il CIN dovrà pagare da 500 a 5mila euro, mentre chi affitta un immobile privo di CIN si vedrà recapitare una multa da 800 a 8mila euro. Sanzione da 1000 a 5mila euro invece per chi affitta nei centri dei capoluoghi delle città metropolitane violando l'obbligo delle due notti consecutive minime.

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