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Affidi, Bonaccini: “Stop alle strumentalizzazioni della politica, serve commissione d’inchiesta”

“È possibile ora mettere un punto alle polemiche da parte di tutti, e compiere insieme un passo avanti? È importante che la politica ritrovi un filo comune di responsabilità per individuare insieme le giuste contromisure, che non sono né di destra né di sinistra”: così Stefano Bonaccini,presidente dell’Emilia Romagna, ha commentato le controversie della politica sul caso degli affidi illeciti nella regione.
A cura di Annalisa Girardi
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Il presidente dell'Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, è intervenuto sulla questione degli affidi illeciti che ha sconvolto la regione. Chiedendo che venga istituita una commissione d’inchiesta regionale in materia, ha affermato: "In Assemblea legislativa le forze politiche, tutte, trovino le condizioni per l'istituzione di una Commissione regionale d'inchiesta che in maniera concreta e in tempi certi possa dare un contributo di ulteriore chiarezza rispetto ai fatti e a quanto sarà necessario porre in essere per rafforzare le garanzie a tutela dei bambini e delle famiglie".

Stop alle polemiche e alle strumentalizzazioni politiche sulla vicenda. Questo, in altre parole, il messaggio lanciato dal governatore della regione Emilia-Romagna: "È possibile ora mettere un punto alle polemiche e alle strumentalizzazioni, da parte di tutti, e compiere insieme un passo avanti? È importante che la politica ritrovi un filo comune di responsabilità per individuare insieme le giuste contromisure, che non sono né di destra né di sinistra", ha aggiunto, precisando che la tutela dei bambini non può essere terreno di scontro fra forze politiche. "Ed è compito di tutti far sentire alle famiglie e alle comunità coinvolte la presenza vera delle Istituzioni, capaci di dare loro le risposte che servono", ha proseguito.

"Sia appunto questo l'obiettivo della politica: la protezione dei minori e la tutela delle persone", ha continuato, ringraziando gli inquirenti che stanno "cercando di arrivare alla verità su accadimenti che, se confermati, sarebbero ignobili e dovrebbero portare all'applicazione piena delle pene previste nei confronti dei colpevoli, senza sconti per nessuno". Il governatore ha rimarcato quindi che la Regione "non ha nulla da nascondere, ed è anzi la prima a volere che sia accertata la verità". Bonaccini ha ricordato che in caso di processo, gli organi regionali si costituiranno quale parte civile.

"Abbiamo ascoltato e letto dichiarazioni inaccettabili, accuse che nulla c’entrano con l’inchiesta, accostamenti che la stessa Procura di Reggio Emilia ha dovuto pubblicamente smentire. La campagna d’odio scatenata sui social non solo non permetterà di fare un passo avanti nell’accertamento dei fatti, ma rischia al contrario di generare altri mostri e altri reati", ha poi concluso Bonaccini, lanciando un appello. "Chiedo che ci si fermi un attimo, dunque, e che si ponga un limite a questa escalation che rischia di travolgere tutti, anche chi non ha alcuna responsabilità né diretta né indiretta, a partire dai tanti operatori che quotidianamente lavorano per il bene e la tutela dei minori e delle persone".

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