video suggerito
video suggerito

Addio alle raccomandate: per le comunicazioni della Pa al cittadino arriva il domicilio digitale

Un decreto del Consiglio dei ministri prevede l’introduzione del domicilio digitale (probabilmente a partire dalla primavera del 2018): si tratta di un indirizzo di posta elettronica certificata dove ogni cittadino può decidere di ricevere tutte le comunicazioni – come, per esempio, le multe – da parte della pubblica amministrazione, dicendo così addio alle raccomandate e alle file alla posta.
A cura di Stefano Rizzuti
552 CONDIVISIONI
Immagine

L’ansia che accomuna tutti quando si riceve una raccomandata potrebbe presto sparire: grazie all’introduzione del domicilio digitale non dovremo più aspettare di andare alla posta per vedere se quella raccomandata fa riferimento a una multa presa o ad una cartella Equitalia o, ancora, a semplici comunicazioni. Ogni cittadino, infatti, potrà dotarsi di un proprio indirizzo di posta elettronica su cui ricevere tutte le comunicazioni con valore legale da parte della pubblica amministrazione e avrà quindi modo di sapere subito di cosa si tratta. La novità è stata introdotta dal decreto del Consiglio dei ministri in tema di Codice dell’amministrazione digitale (Cad).

Ogni cittadino o ente potrà presto scegliersi un domicilio digitale, ovvero un indirizzo di posta elettronica certificata o equivalente su cui ricevere le comunicazioni con valore legale da parte della Pa. Un sistema che permetterà di evitare le code negli uffici e la corrispondenza cartacea, rendendo tutte le pratiche digitali. Oggi professionisti e imprese hanno già un domicilio digitale, ma con le nuove norme l’obiettivo è quello di estendere questa formula a tutta la popolazione italiana permettendo così di evitare la ricezione delle comunicazioni legali solamente tramite la raccomandata all’indirizzo di residenza.

A spiegare cosa vuol dire questa novità sono Diego Piacentini, commissario straordinario per l’attuazione dell’Agenda digitale, e Guido Scorza, responsabile Affari regolamentari del Team per la Trasformazione Digitale della presidenza del Consiglio. La prima precisazione riguarda la volontà di non attendere il completamento dell’Anagrafe nazionale della popolazione residente – come inizialmente previsto – per far partire il domicilio digitale. Il motivo di sganciare questi due registri che dovevano essere una cosa sola è quello di “non aspettare almeno altri due anni” per l’introduzione del domicilio digitale.

I cittadini, quindi, potranno utilizzare questo indirizzo di posta elettronica per tutte le informazioni riguardanti la loro identità, il domicilio, le firme digitali, “trovando avvisi e comunicazioni a loro diretti da parte della pubblica amministrazione su scadenze o adempimenti e, in prospettiva, anche sull’accesso a tutti gli atti, documenti e procedimenti che lo riguardano”.

Verrà quindi creato un registro dei domicili digitali delle persone fisiche, realizzato da Infocamere, la società di informatica delle Camere di Commercio italiane. Qui i singoli cittadini potranno andare, registrarsi e inserire il loro indirizzo di posta certificata. I cittadini potranno scegliere se aderire o meno a questa iniziativa, ma nel momento in cui lo faranno le pubbliche amministrazioni saranno costrette ad adeguarsi e a scrivere sempre a quell’indirizzo di posta elettronica per tutte le comunicazioni. Secondo i calcoli del team per la trasformazione digitale del governo questa innovazione potrà essere introdotta già a partire dalla primavera del 2018.

552 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views