Accuse di razzismo dal Consiglio d’Europa: cosa dice il rapporto su Salvini e Vannacci
All'indomani dalla diffusione del rapporto del Consiglio d'Europa, suonano ancora come un duro schiaffo le accuse nei confronti dell'Italia, in particolare delle forze di Polizia, di razzismo. Nel mirino del dossier dell'Ecri, la Commissione contro il razzismo e l'intolleranza interna all'organizzazione, sono finiti anche il vicepremier Matteo Salvini e il generale Roberto Vannacci.
La denuncia del Consiglio d'Europa riguarda in primo luogo le forze dell'ordine, accusate di fare "profilazione razziale", cioè controlli e fermi che prendono di mira soprattutto rom e persone di origine africana senza una reale giustificazione. E a supporto della sua tesi, il rapporto cita diversi casi, come quello di Hasib Omerovich, il trentaseienne sordomuto che si gettò dalla finestra due anni fa durante un'operazione svolta dagli agenti ti polizia, accusati di torture.
Poi ci sono le vicende più note di personaggi come Mike Maignan, Romelu Lukaku e Paola Egonu, sportivi che hanno denunciato di essere stati vittime di razzismo nel nostro Paese.
Ma il Consiglio d'Europa, che va detto, non è un organismo dell'Unione Europea ma un'organizzazione internazionale che riunisce 46 Paesi con lo scopo di promuovere la democrazia e il rispetto dei diritti umani, arriva a profilare per l'Italia l'ipotesi di "una potenziale forma di razzismo istituzionale".
Il problema non si limita alle procedure attuate dai poliziotti nei confronti di Rom e persone di origine africana, che possono avere "effetti notevolmente negativi" per il senso di "umiliazione ed ingiustizia, stigmatizzazione e alienazione" procurata ai gruppi coinvolti, ma riguarda anche altre minoranze.
Il dossier, di 48 pagine e diviso in 4 capitoli, non nasconde la preoccupazione per le discriminazioni nei confronti della comunità lgbtqia+ e per i casi di antisemitismo e islamofobia. Qui le accuse si stringono attorno alla politica, dove l'Ecri riscontra un ricorrente ricorso a discorsi d'odio. Il dibattito pubblico in Italia è "diventato sempre più xenofobo ed i discorsi politici hanno assunto toni divisivi e antagonistici, in particolare nei confronti di rifugiati, richiedenti asilo e migranti" e verso la "comunità lgbtqia+".
Perché il rapporto del Consiglio d'Europa parla di Salvini e Vannacci
Il dossier non menziona direttamente Matteo Salvini o Roberto Vannacci, ma la ricostruzione è semplice. In un passaggio dedicato all'incremento dei discorsi politici negativi nei confronti della comunità Rom, l'Ecri ricorda come "nel 2018 l'allora Ministro dell'Interno", ovvero l'attuale vicepremier "nel dichiarare la volontà di procedere ad un'espulsione di massa dei Rom irregolari, ha fatto riferimento anche ai Rom in possesso della cittadinanza italiana e ha affermato: “ma i Rom italiani purtroppo dobbiamo tenerceli a casa”". Vengono citate anche le parole pronunciate dal leader della Lega sulla questione delle detenute madri: "le borseggiatrici Rom che usano i bambini e la gravidanza per evitare il carcere e continuare a delinquere".
Il rapporto, che è rimasto per tre mesi nelle mani dell'esecutivo prima di essere pubblicato, si sofferma sulle "dichiarazioni razziste e fobiche nei confronti delle persone lbgti" contenute all'interno di "un libro pubblicato nel 2023 da un generale delle forze armate italiane". Il riferimento, naturalmente è al Mondo al Contrario dell'eurodeputato leghista. "L'autore ha dichiarato che i gay “non sono normali” e ha indicato che l'accettazione delle persone LGBTI è il risultato di complotti da parte della “lobby gay internazionale”. Ha anche attaccato gli italiani di colore, affermando che le persone non sono nate tutte uguali e che gli immigrati saranno sempre diversi", ricorda l'Ecri. "Ha fatto l'esempio di una campionessa di pallavolo italiana di colore, affermando che “è italiana di cittadinanza, ma è chiaro che i suoi tratti somatici non rappresentano l'italianità”".
L'Ecri mostra preoccupazione anche per "l’atmosfera creata dai discorsi politici sul tema della migrazione mette in pericolo le attività delle Ong che forniscono sostegno ai migranti e mina l’indipendenza della magistratura quando si occupa di casi di immigrazione" e cita alcune dichiarazioni di Meloni, del ministro della Difesa Guido Crosetto e di Salvini sulla magistratura. "Auspichiamo che venga protetta l’indipendenza e l’imparzialità dei giudici che decidono sui casi di migrazione", è la conclusione.