Accordo sul Mes spacca la maggioranza, M5s: “Non ne abbiamo bisogno, puntiamo su Recovery Fund”
Mes sì, Mes no. L'accordo raggiunto sul Fondo salva–Stati all'Eurogruppo di oggi ha subito generato crepe nella maggioranza. L'Unione Europea ha varato un Fondo da 240 miliardi per sostenere la spesa sanitaria e la lotta al coronavirus. Per l'Italia si tradurrebbe in 37 miliardi, senza vincoli e condizioni, da impiegare per la salute dei cittadini. Scadenza dei prestiti a dieci anni, tasso annuale a 0,1%, costo una tantum di 0,25% e costo annuale di 0,005%, queste le caratteristiche della nuova di linea di credito messa in campo. Ma per il M5s non si tratta di uno strumento adeguato per traghettare l'Europa fuori dalla crisi provocata dalla pandemia.
Il presidente del Consiglio Conte ha cercato di mediare, ricordando che l'obiettivo da raggiungere è comunque il Recovery Fund, perché "Le tre misure, Sure, Bei, Mes sono insufficienti, ammontando ad una frazione di quanto altre grandi economie, come quella Usa, stanno spendendo per sostenere le loro imprese e le loro famiglie". Nelle dichiarazioni finali dell'Eurogruppo i leader hanno messo nero su bianco l'intento di creare "un fondo per la ripresa", e questo significa, ha spiegato il premier, che il "‘Recovery Fund' non è più una promessa e può diventare una proposta concreta".
Ma questo non è bastato a sedare i malumori nel governo, e i mal di pancia si sono fatti sentire soprattutto dai pentastellati, Di Maio in testa: "Il Mes? Come ha detto il premier Giuseppe Conte dobbiamo leggere i regolamenti, sappiamo che venerdì prossimo ci sarà una riunione per discutere su quelli che sono gli aspetti tecnici del ‘sì condizionalità' e ‘no condizionalità'", ha detto il ministro degli Esteri durante la registrazione di ‘Accordi e Disaccordi'. "Si parla di circa 30 miliardi del Mes per l'Italia, ma noi stiamo lavorando su un accordo per il Recovery Fund che vale tra i 1.500 e 2.000 miliardi. Quindi se ci sarà un poderoso Recovery Fund, non ci sarà bisogno di nessun altro strumento", ha tagliato corto.
La linea del titolare della Farnesina ricalca quella del Movimento Cinque Stelle: "Attivazione del Mes? Il nostro Paese ha dimostrato la capacità di reagire e di trovare soluzioni alternative. Annunciare che l'Italia userà il Mes è una fuga in avanti che non condividiamo. Anche altri paesi, ad esempio hanno dichiarato che non accederanno al Mes", ha sottolineato in una nota. "Approfondiremo ovviamente nei dettagli la proposta emersa dall'Eurogruppo, che, lo ricordiamo, andrà ora sottoposta al vaglio del prossimo vertice dei capi di stato o di governo degli Stati membri dell'eurozona. Sarà solo in quella sede che verranno assunte le decisioni definitive".
"Non possiamo esultare per i risultati dell'Eurogruppo di oggi sul Mes – hanno ribadito i pentastellati – sebbene debolmente migliorato, resta uno strumento inadeguato sia per la quantità di risorse che può mettere in campo, sia perché continua a essere insidioso nelle potenziali condizionalità future, sulle quali non sono stati ancora fugati tutti i dubbi".
Soddisfatto invece il Pd di Nicola Zingaretti: "Continua il negoziato in Europa. Oggi un altro passo avanti, sarà possibile utilizzare il Mes senza condizionalità per gli investimenti in sanità. Una grande opportunità per l'Italia: 37 miliardi di euro per ospedali, assunzione di medici infermieri, personale, investimenti per nuovi farmaci e cure. Costruiamo un grande piano con le Regioni per la rinascita italiana e per migliorare la vita delle persone", ha scritto su Fb il segretario dem.
Sul fronte del sì al Mes c'è anche Italia viva di Matteo Renzi: "Sarebbe un errore imperdonabile non aggiungere i 37 miliardi del Mes ai 55 già previsti per il dl Rilancio. Il Mes richiede solo che questi 37 miliardi siano spesi per la sanità. È vero che c'è una discussione su come spendere i soldi del dl Rilancio, ma non possiamo permetterci di sbagliare il decreto", ha detto a Rete 4 la deputata di Iv Maria Elena Boschi.