Accordo Italia-Libia, Lamorgese: “Grazie al memorandum meno morti in mare, lo miglioreremo”
Alla Camera la ministra dell'Interno Luciana Lamorgese ha tenuto un'informativa sul memorandum Italia-Libia siglato il 2 febbraio 2017 per il contrasto all'immigrazione illegale e al traffico di esseri umani. Il 2 novembre è scattato automaticamente il rinnovo del dell'accordo, nato da un patto tra il governo Gentiloni e il capo del governo provvisorio di Tripoli, Fayez Al-Serraj, con l'obiettivo di limitare le partenze dal dalla costa settentrionale dell'Africa.
"Il memorandum è stato sottoscritto a Roma nel 2017, l'Italia era in quel momento in una fase molto delicata per la crisi dell'immigrazione. Il suo termine è fissato al 2 febbraio 2020. Ha previsto la costituzione di una commissione congiunta, per il controllo e il monitoraggio. Il memorandum ha svolto un ruolo importante per non isolare le autorità libiche e per il contrasto dei traffici di esseri umani. Oggi l'Italia è il principale collaboratore della Libia, e grazie al coinvolgimento dell'Oim e dell'Unhcr sono state migliorate anche le condizioni dei centri di accoglienza", ha detto nel suo intervento la ministra Lamorgese.
"Al momento della stipula del memorandum, la situazione dei flussi migratori era preoccupante. Oggi c'è stata una forte diminuzione, del 97%, rispetto al 2017. Sono molto calate anche le morti nel mare, e sono convinta che il memorandum abbia contribuito a questi dati. In virtù di quell'accordo lo staff delle Nazioni Unite è rientrato in Libia, un risultato tutt'altro che scontato, un Paese che non ha ancora aderito alla Convenzione di Ginevra per il riconoscimento dello status di rifugiato. L'UNHCR assiste in Libia i migranti al momento dello sbarco, e effettua visite nei centri di detenzioni, soprattutto a Tripoli. Fornisce un apporto per lo svolgimento delle operazioni di evacuazione umanitaria, condotte da Italia, Libia e Niger, che ha permesso di accogliere dal dicembre 2017 complessivamente 859 richiedenti asilo, di cui 808 provenienti dalla Libia".
"Dal 2016 ad oggi l'Organizzazione internazionale per le migrazioni ha svolto 45mila rimpatri volontari assistiti di migranti non aventi titolo ad avere la protezione internazionale, di cui oltre 8mila nei primi 10 mesi del 2019", ha aggiunto il titolare del Viminale.
"Ritengo che possano essere sviluppati rafforzando iniziative a tutela dei diritti umani e a supporto dei soggetti più vulnerabili. Il primo intervento possibile è il miglioramento delle condizioni dei centri, in vista della loro graduale chiusura, favorendo un intervento per la trasformazione delle strutture, per giungere a centri gestiti dalle agenzie dell'Onu. Servono iniziative bilaterali volte a richiedere l'apertura di corridoi umanitari: propongo che l'Italia si faccia gestore di questi accordi, sostenendo le iniziative informative dell'Unhcr. I corridoi sono una delle iniziative più significative per la risoluzione della crisi migratoria".
"Il terzo intervento riguarda le iniziative al Sud della Libia, con un progetto di rafforzamento delle capacità di sorveglianza dei confini meridionali. Infine punteremo al sostegno delle municipalità libiche, per assicurare la diffusione di materiale medico e scolastico. Lo scorso 1° novembre l'ambasciata d'Italia a Tripoli ha formalmente proposto alle autorità libiche la convocazione della commissione italo-libica prevista dall'articolo 3 del memorandum al fine di concordare un'aggiornamento dell'intesa attraverso modifiche volte a migliorarne l'efficacia, da formalizzare mediante uno scambio di note. Tale richiesta è stata favorevolmente accolta, con la disponibilità della controparte libica a rivedere il testo".
Il memorandum ha prodotto un calo del flusso di migranti lungo la rotta del Mediterraneo centrale, ma è stato anche ampiamente criticato, in particolare da ong, organizzazioni umanitarie e movimenti di sinistra, per il trattamento inumano riservati alle persone trattenute in Libia, vittime di torture e abusi di ogni tipo. Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio e la ministra Lamorgese avevano già sottolineato la possibilità di effettuare modifiche al all'accordo, precisando però che il testo non sarà revocato.