Accordo Italia-Albania sui migranti, Camera approva il ddl di ratifica, ora passa al Senato
La Camera oggi ha dato oggi il primo via libera al ddl di ratifica dell'accordo Italia-Albania sui migranti, siglato il 6 novembre 2023, che prevede l'apertura di due Cpr in territorio albanese, gestiti e controllati dall'Italia, per accogliere fino a 3mila migranti al mese, secondo il progetto de governo. I voti a favore sono stati 155, quelli contrari 115, due gli astenuti. Dopo il via libera di Montecitorio il testo, di iniziativa governativa, passa al Senato.
Intanto la Corte Costituzionale albanese, che a dicembre aveva sospeso le procedure di ratifica dell'accordo in Parlamento, la scorsa settimana aveva avviato l'esame dei ricorsi presentati dall'opposizione. Oggi i giudici hanno deciso di rinviare al 29 gennaio, dopo che già era stata rinviata a oggi, l'udienza dopo che i legali del Partito democratico albanese (che a dicembre avevano fatto ricorso contro la costituzionalità dell'accordo) hanno presentato "conclusioni aggiuntive e la richiesta di presentare ulteriori prove".
Secondo i legali del Partito democratico, l'analisi dell'organizzazione non governativa Amnesty International – in cui si esprime una ferma critica al protocollo – conferma le preoccupazioni del gruppo parlamentare del Pd riguardo alla violazione di alcuni diritti e libertà fondamentali. Secondo gli stessi legali le conclusioni degli esperti di Amnesty International rendono ancora più urgente la necessità che la Corte costituzionale si rivolga alla Corte europea dei diritti dell'uomo (Cedu), con sede a Strasburgo, per una valutazione complessiva del Protocollo.
Cosa dice l'accordo siglato da Italia e Albania
L'obiettivo del protocollo è quello di rafforzare la cooperazione bilaterale tra Roma e Tirana in materia di gestione dei flussi migratori provenienti da Paesi terzi, nel rispetto del diritto internazionale ed europeo. La parte albanese riconosce alla parte italiana il diritto all'utilizzo di due aree concesse a titolo gratuito per la durata del protocollo, destinate alla realizzazione da parte italiana delle strutture per l'accertamento dei requisiti per il riconoscimento della protezione internazionale, e il rimpatrio dei migranti non aventi diritto all'ingresso e alla permanenza nel territorio italiano.
Il testo autorizza l'esecutivo italiano a realizzare a proprie spese, nelle aree date in concessione, una struttura per l'ingresso dei migranti e una struttura per la loro accoglienza. Il provvedimento stabilisce, poi, in modo rigoroso due limiti fondamentali: il limite massimo del numero di migranti contemporaneamente presenti in tali strutture (tremila persone) e il limite temporale di permanenza del singolo migrante, che non potrà mai superare il tempo strettamente necessario ad espletare le procedure di accertamento dei requisiti per l'ingresso e soggiorno in Italia e, nei casi previsti, le procedure di rimpatrio.