“Accordi su gas e armi statunitensi”: così Meloni vuole spingere Trump a trattare sui dazi

Il ministero degli Esteri ha pubblicato il "Piano d'azione per l'export italiano". Si tratta di un documento che riassume la strategia messa a punto per rafforzare gli scambi commerciali dell'Italia con il resto del mondo, con un occhio di riguardo nei confronti degli Stati Uniti, prezioso partner commerciale. L'obiettivo dichiarato, si legge, è di arrivare a 700 miliardi di export entro la fine della legislatura.
Il documento è stato pubblicato il 26 marzo 2025, prima dell'ufficialità dei dazi di Trump, ma dopo i svariati annunci da parte del presidente americano, che hanno fatto tremare le imprese italiane. Gli Usa infatti, assorbono quasi l‘11% del Pil italiano. Ora che Trump ha imposto le nuove tariffe, l'impatto sulla nostra economia si preannuncia disastroso, come hanno confermato le stime di autorevoli istituti ed economisti.
Per scongiurare le conseguenze nefaste della politica protezionistica di Washington – che ha già cominciato a produrre i suoi effetti, con le Borse a picco – il governo Meloni ha messo nero su bianco il piano che intende adottare per convincere l'alleato a trattare. La strategia viene esplicitata chiaramente alla pagina 3 del documento, in cui si legge: "A fronte dell’annuncio di dazi da parte dell’Amministrazione americana, occorre rafforzare ulteriormente i rapporti economici con gli Stati Uniti, anche in un’ottica di riequilibrio del surplus della bilancia commerciale: è possibile una “strategia transattiva”, con accordi su gas (GNL) e difesa, anche sotto il profilo degli acquisti".
Come spiega anche a Fanpage.it il leader di Europa Verde, Angelo Bonelli, che per primo ha sollevato la questione, "nel piano export del vicepremier e ministro degli Esteri Tajani, viene espressamente scritto che per riequilibrare il surplus commerciale con gli Usa, l'Italia in via transattiva può acquistare armi e gas dagli Stati Uniti. È la prima volta che c'è scritto su un documento ufficiale del governo qual è la strategia per andare a trattare e negoziare con con Trump".
Per il deputato di Avs, il documento spiega molte cose. "Spiega, ad esempio, la ragione per cui da giorni Giorgia Meloni attacca il Green Deal, ovviamente distogliendo l'attenzione dalla vera questione dei dazi di Trump e di quello che sta facendo, perché si sta costruendo una nuova dipendenza – che prima era con Russia e poi Algeria – e adesso si sposta negli Stati Uniti. Ma porta sempre al stesso combinato disposto, cioè quella di far pagare l'energia tanto fermando il processo della transizione ecologica ed energetica", ci dice. "Ecco perché la vogliono fermare, perché devono dare una risposta e vogliono dare una risposta a Trump".
Non solo, per Bonelli il riferimento ad ‘accordi su gas e difesa' spiegherebbe anche la logica adottata dal governo rispetto al piano di riarmo europeo. "Andando ad acquistare armi dall'industria bellica americana con i soldi degli italiani andiamo a ridurre il debito degli americani. Questo è incredibile", commenta. "Sapremo quello che Giorgia Meloni andrà a dire a Trump (nel suo prossimo viaggio a Washington, ndr) e che cosa porterà in cambio di una riduzione dei dazi da parte dell'America sui nostri prodotti. Lei si si impegnerà ad acquistare armi dall'industria bellica americana e acquistare il gas liquido, che tra l'altro secondo tutti gli indicatori economici costa una volta e mezzo più del gas normale", aggiunge. Se l'Italia l'ha messo nero su bianco "su un documento governativo ufficiale, vuol dire che Giorgia Meloni ha il via libera e andrà lì a da Trump a dire: ‘Ok, levami i dazi da qualche parte e ti acquisto le armi e ti acquisto il gas'", conclude Bonelli.
Com'è andato il vertice del governo sui dazi
Intanto si è concluso a Palazzo Chigi il vertice presieduto da Giorgia Meloni per approfondire il tema dei dazi imposti dagli Stati Uniti e le possibili implicazioni per l’economia italiana. Alla riunione hanno partecipato i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida e il ministro per gli affari europei, Tommaso Foti, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano.
Nel corso dell’incontro, i "ministri hanno illustrato al Presidente del Consiglio le diverse ipotesi allo studio per sostenere le filiere produttive e rilanciare la competitività delle imprese. Proposte che saranno al centro del confronto con le categorie produttive, in programma per domani, martedì 8 aprile a Palazzo Chigi", si legge nella nota diffusa dal governo. "È stato ribadito che una “guerra commerciale” non avvantaggerebbe nessuno, né l’Unione Europea né gli Stati Uniti. È emersa la necessità di affrontare il tema con determinazione e pragmatismo, perché ogni allarmismo rischia di causare danni ben maggiori di quelli strettamente connessi con i dazi", prosegue. "Si è discusso, inoltre, degli strumenti necessari per sostenere le imprese, intervenendo sulle regole ideologiche e poco condivisibili del Green Deal e sulla necessità di semplificare il quadro normativo", conclude.