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Accordi Italia-Libia, Nicola Fratoianni: “Vanno cancellati, basta ambiguità dal governo”

Intervistato da Fanpage.it, Nicola Fratoianni commenta l’atteggiamento del governo italiano in merito al rinnovo degli accordi tra Italia e Libia sulla gestione dei migranti: “Serve un’opposizione trasversale -dice- che in Parlamento chieda che quegli accordi vengano definitivamente cancellati e poi reimpostati”.
A cura di Francesco Di Blasi
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"Serve un'opposizione trasversale che in Parlamento chieda che quegli accordi vengano definitivamente cancellati e poi reimpostati", non ha dubbi il deputato Nicola Fratoianni, che ai microfoni di Fanpage.it commenta le parole del ministro degli Esteri Luigi Di Maio in merito agli accordi tra Italia e Libia sulla gestione dei migranti. Come noto, se il governo non deciderà di intervenire, il prossimo 2 novembre il memorandum tra Italia e Libia per la gestione dei flussi migratori firmato dall'ex ministro dell'Interno Marco Minniti durante il governo Gentiloni verrà rinnovato automaticamente.

Come giudica le parole di Luigi Di Maio in merito alla possibilità di modificare gli accordi con la Libia ?

Da un lato è positivo che il Governo apra alla possibilità di rivedere accordi che si sono rivelati disastrosi sul terreno dei diritti umani e delle politiche migratorie, da questo punto di vista è indubbiamente un segnale che va nella giusta direzione. Devo dire però che le parole che hanno accompagnato questo impegno – ancora troppo vago nel merito e nei contenuti – sono molto deludenti perché rivendicano nei fatti un rapporto con la "cosiddetta" Guardia Costiera libica. Quest'ultima è un'organizzazione occupata da personaggi che di giorno indossano la divisa della guardia costiera e di notte quella dei trafficanti, avendo rapporti più o meno espliciti con la criminalità libica. È proprio questa struttura che di fatto organizza un disastroso traffico di vite umane a cui da molto tempo assistiamo persino con la complicità delle nostre istituzioni. Dunque rivendicare l'efficacia di alcuni di quegli accordi, in particolare per quanto riguarda la riduzione delle partenze, con un linguaggio simile al Conte 1 più che a quello che dovrebbe essere il Conte 2 è del tutto sbagliato e insufficiente. C'è un approccio ambivalente e questa ambiguità io la considero insopportabile.

A cosa attribuisce questa mancanza di discontinuità tra il governo Conte 1 e Conte 2? 

Alla mancanza di coraggio nell'impostare un'opposizione forte e secca alla politica che la destra ha portato avanti nell'ultimo periodo e che per altro è stata inaugurata da governi di altro segno. Perché è bene ricordare che gli accordi con la Libia non sono stati stipulati da Matteo Salvini, ma da Paolo Gentiloni e Marco Minniti. In ogni caso, per sconfiggere questa destra serve il coraggio di proporre un'alternativa molto chiara. Tutto ciò che rischia di essere associato alla cultura e al linguaggio della destra, se pure in parte diverso sotto molti aspetti, rischia di essere perdente. Detto questo, voglio segnalare una questione per quanto riguarda la recente vicenda della nave Ocean Viking. A mio parere l'imbarcazione non avrebbe dovuto aspettare neanche un'ora per ottenere un porto sicuro, ma il fatto che ormai da settimane quando una nave chiede un porto comincia ad ottenerlo è un segnale positivo, soprattuto perché non viene accolta dalle urla di un ministro degli Interni che chiede l'arresto di pericolosi criminali che salvano vite. Questa differenza rispetto al precedente governo esiste e penso vada valorizzata.

Il 2 novembre gli accordi tra Italia e Libia sui migranti dovrebbero essere riconfermati automaticamente. Cosa farete?

Noi abbiamo posto il problema attraverso la costruzione di una rete trasversale di parlamentari che su questo tema assumono una posizione convergente chiedendo che quegli accordi vengano definitivamente cancellati e poi reimpostati. È bene ricordare però che la data del 2 novembre indica solo un tacito rinnovo degli accordi, che poi dovranno essere sostanziati da un passaggio parlamentare a gennaio per il rinnovo del finanziamento delle missioni militari, tra cui quelle legate alla cooperazione con la Guardia Costiera libica in materia di migranti e controllo dei flussi. È in questo passaggio parlamentare che sarà necessario costruire un'opposizione, la più larga possibile, che in parlamento costringa anche chi nel governo e nella maggioranza non c'è ancora arrivato a cambiamenti radicali. Per quello che mi riguarda posso dirvi questo: se non verrà presentata una soluzione accettabile e radicalmente discontinua il mio voto non ci sarà.

Qual è l'aspetto che più contesta degli accordi presi con la Libia?

L'idea che si possa consegnare a un paese che non ha nessun elemento di stabilità, governato da milizie in guerra tra loro e da bande criminali che guadagnano sulla pelle e sul sangue dei migranti, il controllo di un'area Sar. Questo significa dare alla Libia la responsabilità di svolgere una funzione che è quella della ricerca e del salvataggio in mare, una funzione che non può essere svolta da un paese che non ha un porto sicuro. È impossibile pensare che si possa consentire a un paese in queste condizioni di recuperare i migranti in mare e riportarli nei luoghi da cui sono fuggiti. In questo caso lo scopo della missione non è più il salvataggio, ma la cattura e il contenimento. Tutto questo è incompatibile con la nostra costituzione, con il diritto internazionale e perfino con l'umanità.

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