Abruzzo, campo largo danneggiato da astensionismo di elettori M5s e da flussi Terzo Polo verso il Cdx
Alle elezioni regionali in Abruzzo ha trionfato il centrodestra, con la conferma del presidente Marco Marsilio, vicinissimo a Giorgia Meloni, che ha avuto la meglio su Luciano D'Amico, il candidato del campo ‘larghissimo', anche grazie a un basso astensionismo tra gli elettori del centrodestra, che avevano votato per la coalizione nel 2022, segno che la luna di miele con il governo Meloni non è terminata. L'analisi dell'Istituto Cattaneo ci permette di fare alcune considerazioni e ragionamenti, a partire dall'osservazione dei flussi elettorali.
Non si è verificato alle elezioni di domenica 10 marzo un bis per il centrosinistra, a trazione Pd-M5s, anche perché, sostiene l'istituto, all'interno dell'area dei partititi d'opposizione, si riscontra una "reciproca ostilità deliberatamente coltivata dai leader verso partiti oggi potenziali alleati", ma anche perché ci sono divisioni più marcate su vari temi (di politica interna ed internazionali) rispetto all'elettorato di centrodestra.
Sicuramente il risultato del voto di domenica dimostra che il campo largo è ancora in salita. Il centrosinistra allargato, con tutti dentro, secondo l'analisi soffre maggiormente rispetto al fronte opposto di fuoriuscite più consistenti verso l'astensione o di flussi diretti verso la coalizione avversaria.
Secondo l'analisi, le due componenti più volatili di questa area elettorale sono rintracciabili da un lato tra gli elettori del M5s e dall’altro tra gli elettori della componente ‘liberale ed europeista' rappresentata dalle sigle che a Bruxelles aderirebbero a Renew Europe (Azione, Iv, +Europa). Per quanto riguarda il M5s prevale, come del resto già in passato, la tendenza ad astenersi in occasione di elezioni locali. Nel secondo, si registra la tendenza a ricollocarsi o a tornare verso il centrodestra, soprattutto quando, come in questo caso, i partiti dell’area ‘liberale ed europeista' sono alleati con il M5s.
Mentre nell'area di centrodestra si nota una Forza Italia in salute, che si riafferma come forza moderata all'interno della coalizione, in un rapporto equilibrato con la premier, al contrario della Lega, che ottiene risultati molto modesti (anche se raggiunge una percentuale più alta del M5s). Il partito di Salvini vede ridotta la sua ambizione nazionale, "sia per la minore attrattiva del leader, sia per la progressiva fuoriuscita del ceto politico". Fdi invece va meglio rispetto alla recente performance sarda, "grazie anche al maggiore radicamento dei suoi candidati al consiglio regionale". In ogni caso il centrodestra risulta prevalente in tutte le province, L'Aquila, Teramo, Pescara, Chieti.
Infine, si conferma una distinzione tra l'area interna e quella costiera in Abruzzo ma "mentre nel 2019 questo portava ad un ribaltamento degli equilibri elettorali, nel 2024, pur permanendo differenze simili, il centrodestra prevale ovunque", si legge ancora nell'analisi.
L'analisi dei flussi elettorali a Pescara
L'Istituto Cattaneo si è concentrato sui flussi di voto dalle elezioni per la Camera dei deputati del 2022 alle regionali del 2024 relativi alla sola città di Pescara, l’unica che per dimensioni e numero di sezioni elettorali consente di applicare il modello statistico utilizzato.
Dalla tabella si evince che il M5s perde elettori del 2022 soprattutto verso l’astensione, e che l'area afferente a “Renew Europe” costituta da Azione, Italia Viva e +Europa, quella appunto liberale ed europeista, perde elettori che invece si orientano verso il centrodestra. L'istituto sottolinea che le perdite del M5s registrate verso l’astensione a Pescara sono più contenute di quanto ci si poteva aspettare considerando altri casi precedenti, e sono state verosimilmente più ampie in altre parti del territorio abruzzese. Allo stesso modo, il flusso di voti dal centrodestra verso il candidato del centrosinistra, l’economista di Chieti Luciano D'Amico, appaiono giustificate dalle particolari caratteristiche del contesto urbano.