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Aborto, obbligo ascolto battito feti per donne in gravidanza, Lega a favore, Iv: “Meloni come Orban”

La nuova stretta di Orban sulll’aborto in Ungheria infiamma la campagna elettorale italiana. Pillon (Lega): “La nuova legge ungherese? Rimette finalmente al centro l’essere umano”.
A cura di Annalisa Cangemi
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La stretta di Orban sull'aborto in Ungheria ha un riflesso diretta sulla campagna elettorale italiana per il 25 settembre. Il governo di Budapest, con un decreto del ministero dell'Interno pubblicato sulla Gazzetta ufficiale, che entra in vigore da oggi, ha stabilito che le donne ungheresi dovranno ascoltare il battito del feto prima di abortire. I medici ungheresi insomma saranno costretti a mostrare alle donne la prova "chiaramente identificabile delle funzioni vitali del feto". Un'ulteriore restrizione che mina il diritto delle donne ad abortire.

L'aborto in Ungheria è permesso fino alla dodicesima settimana, ma è consentito solo in quattro casi: in presenza di una gravidanza in conseguenza di un reato o violenza sessuale, pericolo per la salute della donna, embrione con handicap fisico grave, situazione sociale insostenibile della donna.

Le reazioni indignate di alcuni partiti italiani non tardano a farsi sentire. Partito Democratico, Più Europa e Italia viva hanno condannato la nuova legge introdotta da Budapest. "Non credo che il diritto all'aborto in Italia sia a rischio a livello legislativo. Ma tra chi abolisce l'aborto attraverso la corte costituzionale, come Trump, e chi con altri mezzi come in Polonia, noi abbiamo scelto la terza via: non applichiamo la legge. Ci sono intere regioni dove la legge 194 non esiste, perché i ginecologi sono tutti obiettori. Parlo delle Marche, governate da Fratelli d'Italia, ma non solo. L'idea qui in Italia è che bisogna partorire con dolore e abortire sotto tortura. E credo che Giorgia Meloni, che ha questa ideologia Dio-Patria-Famiglia, qualora dovesse vincere non metterà in discussione la legge 194, ma spingerà per non farla applicare. In Ungheria oggi a Orban è venuta fuori l'idea di far sentire il battito cardiaco del feto, magari Meloni lo copierà. Ma non credo che Meloni metterà in discussione la 194: penso che lo farà in modo più subdolo e quindi più difficile da contrastare". Lo ha detto Emma Bonino parlando alla stampa estera in Italia.

"In Ungheria le donne che intendono interrompere la gravidanza saranno obbligate ad ascoltare prima il battito del feto. Queste sono le politiche decise dall'Orban al quale si ispirano le nostre destre. A partire dalla stessa Meloni. Che infatti, anche nelle interviste televisive di queste ore, continua ad essere ambigua sul diritto all'aborto. Non è questa l'Italia moderna che le nostre cittadine e i nostri cittadini meritano per il proprio futuro. Per Italia Viva tutelare i diritti delle donne, e delle madri, è fare azioni concrete. Come abbiamo fatto con l'assegno unico. Con il Family Act. Con il sostegno all'imprenditoria femminile. È dare diritti. Non togliere diritti. Ecco perché il vero voto utile e femminista è quello per Azione-Italia Viva", ha dichiarato la parlamentare Laura Garavini, candidata alla Camera dei Deputati per la lista Azione-Iv nella circoscrizione estero ripartizione Europa, incontrando a Colonia la comunità italiana.

"Fare ascoltare alle donne il battito cardiaco del feto prima dell'aborto è una forma di violenza che rasenta la tortura. Per nessuna donna l'interruzione volontaria di gravidanza è una scelta facile ma ha a che fare con la propria libertà, con il proprio corpo su cui nessuno può decidere al posto suo. Ecco qual è la differenza oggi tra i progressisti e la destra europea. Ecco per cosa saremo chiamati a votare il 25 settembre", ha commentato su Facebook il deputato dem Erasmo Palazzotto, candidato all'uninominale a Palermo.

Pillon dalla parte di Orban: "Rimette al centro essere umano"

Un commento a favore è invece arrivato dal senatore leghista Simone Pillon: "La legge 194 è una legge sbagliata perché non tiene conto della vita umana che c'è nel grembo della donna. La nuova legge ungherese? Rimette finalmente al centro l'essere umano",  ha dichiarato a Radio Popolare.

"Io non so se una legge come quella ungherese verrà proposta in Italia. So però che il dibattito sull'aborto ha un grosso deficit di conoscenza. Non dovremmo discutere se l'aborto è lecito. Dovremmo invece discutere se la persona che sta nel grembo di sua madre è un essere umano oppure no. Nel momento in cui noi diamo una risposta sensata e scientificamente sostenibile a questa domanda – prosegue Pillon – poi le conseguenze vengono da sole. Credo che il senso della legge ungherese sia proprio quello di riportare l'attenzione non sull'aborto in sé quanto sull'esistenza di un essere umano: lì c'è un essere umano". 

E ancora: "Nessun pretende di dire visto che c'è un essere umano allora chi se ne frega delle condizioni della madre, certo che no. Perché è chiaro che la salute e il benessere della madre non possono essere separati da quelli del suo bambino. Questo tema però va finalmente affrontato con maturità e con lealtà. Invece si fa finta di dire che là non c'è niente, che ci sia solo un grumo di cellule, quando in realtà c'è un essere umano. Dobbiamo mettere sulla bilancia i diritti di tutti e due, della mamma e del suo bambino. Io sono convinto – conclude Pillon – che la 194 sia una legge sbagliata che non tiene conto del fatto che c'è una vita umana che va tutelata almeno quanto un'altra vita umana".

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