Aboliti i vitalizi, Camera approva legge Richetti: dopo lo scontro regge asse Pd-M5s
La Camera dei deputati ha approvato la proposta di legge Richetti sul taglio dei vitalizi con 348 voti favorevoli, 17 voti contrari e 28 astenuti. Ha retto, quindi, l'asse formata dal Pd e dal M5s che si sono scontrati dentro e fuori dall'aula per intestarsi il merito della legge. A garantire un'ampia maggioranza anche i voti della Lega e di Fratelli d'Italia che avevano annunciato il loro sostegno alla proposta sin dall'inizio della discussione nell'aula di Montecitorio. Voto favorevole è arrivato anche da Scelta Civica e dal gruppo Sinistra Italiana-Possibile. Forza Italia ha lasciato l'aula, contrari i deputati di Ap, mentre si sono astenuti quelli di Mdp.
L'approvazione è arrivata nel tardo pomeriggio, nonostante i gruppi parlamentari avessero stabilito di arrivare all'approvazione entro la mattinata, chiedendo di poter chiudere il provvedimento nel giro di poche ore. Un prolungamento della discussione degli emendamenti ha portato a uno scontro tra Pd e M5s sui tempi dell'approvazione, con il pentastellato Toninelli che ha accusato i deputati dem di fare "ostruzionismo" e di voler fare slittare il voto previsto in mattinata. "Stamattina sono stati i 5 Stelle a intervenire in continuazione, noi vogliamo approvare il testo oggi", ha replicato il capogruppo del Pd a Montecitorio Ettore Rosato. La seduta è stata sospesa dopo l'esame degli emendamenti e, come stabilito dalla conferenza dei capigruppo che si è tenuta nel primo pomeriggio, si è ripresa la discussione alle 16.30 con le dichiarazioni di voto, in modo da poter scongiurare l'ipotesi di uno slittamento della legge.
La Camera ha respinto ieri le due questioni pregiudiziali di costituzionalità presentate da Forza Italia e Alternativa Popolare. Sulla legge pende il rischio di incostituzionalità, come sottolineato dallo stesso relatore della legge che si attende i ricorsi da parte degli ex parlamentari che si vedranno tolto quello che il deputato Pd definisce un privilegio. Alla discussione avvenuta ieri nell'aula di Montecitorio ha assistito anche il leader e garante del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, partecipando ai lavori su un tema molto caro al M5s e ai suoi elettori, tanto da proporre una legge molto simile a quella approvata. Adesso il testo passa all'esame del Senato, dove i numeri della maggioranza sulla proposta di legge Richetti sono più risicati.
La proposta di legge Richetti
Il testo, approvato in commissione Affari Costituzionali della Camera a maggio, ha subito poche modifiche durante il suo iter prima di arrivare in aula. Si tratta di una legge che prevede l’introduzione del calcolo contributivo per le pensioni dei parlamentari che verranno quindi equiparate a quelle dei dipendenti statali. Così facendo vengono aboliti i vitalizi, applicando inoltre il sistema contributivo non solo ai parlamentari in carica ma anche a quelli che percepiscono gli assegni vitalizi per aver ricoperto il ruolo in passato.
Con questo nuovo testo, per avere diritto alla pensione sarà necessario aver esercitato il mandato per almeno cinque anni e la pensione si inizierà a percepire al compimento dei 65 anni di età. Tra le modifiche della commissione, una ha riguardato il fatto che le pensioni dei parlamentari non potranno essere superiori rispetto al trattamento percepito al momento dell’entrata in vigore della legge.
L'approvazione dell'articolo 1 della proposta di legge, arrivata con 314 voti favorevoli, 15 contrari e 54 astenuti, ha garantito l'abolizione degli assegni vitalizi dei parlamentari sostituendoli con un trattamento previdenziale basato sul sistema contributivo vigente per i lavoratori dipendenti della pubbliche amministrazioni. Una norma che si applica non solo ai parlamentari in carica e a quelli che verranno eletti, ma anche a quelli il cui mandato è cessato.
Già tra il 2011 e il 2012 Camera e Senato avevano deciso di trasformare il regime previdenziale dei parlamentari applicando il sistema contributivo ed equiparandolo a quello dei dipendenti pubblici. Con quel meccanismo si salvaguardava soltanto il pregresso, ovvero gli assegni degli ex parlamentari o di chi è parlamentare da più legislature.
Le modifiche approvate dall'aula
L'assemblea della Camera ha bocciato la gestione separata che si sarebbe dovuta istituire all'Inps per raccogliere le quote di contributi dei parlamentari o degli eletti nei consigli regionali. Un emendamento della commissione Bilancio, approvato dall'aula, ha soppresso l'articolo 5 della proposta di legge Richetti che prevedeva l'istituzione di questa apposita gestione separata dell'istituto di previdenza.
Un altro emendamento, all'articolo 13 della legge Richetti, precisa che il ricalcolo con sistema contributivo dei vitalizi non potrà "in nessun caso essere applicato alle pensioni in essere e future dei lavoratori dipendenti ed autonomi". L'emendamento, approvato dall'aula, tiene conto della "difformità tra la natura ed il regime giuridico dei vitalizi e dei trattamenti pensionistici comunque denominati dei titolari di cariche elettive e quelli dei trattamenti pensionistici ordinari".
La Camera ha approvato un emendamento proposto dalla commissione Affari Costituzionali con il quale si stabilisce che il trattamento previdenziale sia riconosciuto ai parlamentari al compimento del 65esimo anno di età. L'adeguamento alla legge Fornero comporterà un aumento dei requisiti anagrafici richiesti per l'accesso all'assegno mensile. L'aula ha invece respinto un emendamento proposto dal Movimento 5 Stelle con il quale si chiedeva di applicare la legge Fornero ai parlamentari già da questa legislatura. Il Pd ha votato contro l'emendamento. Luigi Di Maio è poi intervenuto in aula dicendo che la proposta verrà sicuramente ripresentata "anche nel bilancio della Camera che discuteremo la prossima settimana".