Abolizione Irap e rimodulazione Ires, cosa cambia per le imprese con la riforma fiscale
Il governo Meloni, nella sua riforma fiscale, prevede l'abolizione dell'Irap. Di cancellare l'imposta regionale sulle attività produttive si parla da tempo, per una serie di ragioni. Lo stesso governo Draghi aveva previsto il suo superamento, salvo poi fermarsi al momento della scrittura dei decreti delegati per via della chiusura anticipata di legislatura. Si parla di abolizione anche se si tratta di un'imposta – pagata dalle imprese – fondamentale per finanziare le Regioni e, di conseguenza, la sanità. Insomma, alla fine tutti hanno lo stesso problema: si può togliere l'Irap, ma bisogna trovare i soldi per coprire il vuoto che lascerà nelle casse dei governatori.
L'Irap diventa una sovraimposta su modello Ires
Nel testo della delega si legge:
graduale superamento dell’imposta, con priorità per le società di persone, le associazioni senza personalità giuridica costituite fra persone fisiche per l’esercizio in forma associata di arti e professioni, nella prospettiva di istituire una sovraimposta, che assicuri un gettito in misura equivalente, determinata con le medesime regole dell’Ires, con l’esclusione del riporto delle perdite, ovvero con regole particolari per gli enti non commerciali, da ripartire tra le Regioni sulla base dei criteri vigenti in materia di Irap.
Insomma, l'Irap viene abolita, ma di fatto diventa una sovraimposta legata all'Ires. Il motivo, spiega ancora il governo, è molto semplice. Bisogna finanziare la sanità:
l’intervento […] deve comunque garantire il finanziamento del fabbisogno sanitario e il gettito in misura equivalente per le regioni che presentano squilibri di bilancio sanitario ovvero per quelle che sono sottoposte a piani di rientro i quali, in base alla legislazione vigente, comportano l’applicazione, anche automatica, di aliquote Irap maggiori di quelle minime.
Come cambia l'Ires con la riforma fiscale
Anche sull'altra imposta pagata dalle aziende, l'Ires, ci sono delle novità. Nella legge delega sul fisco, da cui si partirà per scrivere i decreti attuativi dopo l'approvazione del Parlamento, si parla di "riduzione dell’aliquota in caso di impiego in investimenti, con particolare riferimento a quelli qualificati, e in nuove assunzioni, di una somma corrispondente, in tutto o in parte, al reddito entro i due periodi d’imposta successivi alla sua produzione". È il passaggio più importante, anche perché corrisponde al famoso slogan del governo Meloni: più assumi, meno paghi.