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A Venezia la quarta Soft Power Conference. Rutelli: “Il futuro dipende dal potere della persuasione”

Il 29 e 30 agosto prossimi si tiene a Venezia la quarta edizione della Soft Power Conference, evento che mette a confronto personalità della politica, delle scienze, della cultura, dell’economia, provenienti da tutto il mondo. L’obiettivo è far incontrare punti di vista diversi, per arrivare a soluzioni comuni per le grandi sfide del pianeta, a partire dal cambiamento climatico.
A cura di Marco Billeci
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Il concetto di Soft Power è stato coniato dal professore americano Joseph Nye nel 1990, all'indomani della caduta del muro di Berlino. Nye sosteneva che le democrazie occidentali – Usa in testa – uscite vincitrici dalla Guerra Fredda  avrebbero dovuto far valere da quel momento in poi non solo la potenza militare, ma anche la capacità di creare nuove forme di interdipendenza e cooperazione, a livello internazionale.

Il Soft Power Club riunisce un gruppo qualificato di personalità di tutto il mondo, esponenti della politica, della cultura, delle scienze, dell'economia e dell'industria. L'obiettivo è quello di costruire ponti di dialogo e confronto tra nazioni, popolazioni e prospettive differenti, per cercare soluzioni comuni, alle grandi sfide che investono il pianeta, a partire da quelle poste dal cambiamento climatico. Ogni anno, il Club organizza una conferenza internazionale di alto livello, a Venezia, città scelta per la sua storia di intreccio di popoli e civiltà e per il valore universale del suo patrimonio culturale. Quest'anno, la quarta edizione della Soft Power Conference si terrà il 29 e 30 agosto.

La conferenza di Venezia

"La nuova stagione del Soft Power sembra lontana, tra rombi di guerra, drastiche competizioni geostrategiche tra Usa e Cina, la scandalosa conferma che oltre 700 milioni di umani, in questo 2023, sono assoggettati alla costrizione della fame", spiega Francesco Rutelli, fondatore e presidente del Soft Power Club. E prosegue: "Noi pensiamo, invece, che il futuro di tutti dipenda anche da un rinnovato, organizzato, più efficace potere della persuasione".

"Le persone che aderiscono al Club – racconta ancora Rutelli –  cercano di tenere viva l’idea che non ci si deve rassegnare alla solitudine e alla contrapposizione totale, ma che con la cooperazione si possono ottenere risultati". Solo per fare qualche esempio, del gruppo fanno parte, tra gli altri, il principe El Hassan bin Talal di Giordania; l'ex premier neozelandese Helen Clark, dal 2008 amministratrice del Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo; Charles Rivkin, presidente e ad della Motion Picture Association, l'associazione degli studi cinematografici Usa.

La conferenza di quest'anno si articolerà in due sessioni. La prima avrà al centro i temi legati agli Oceani e alle acque, nelle loro diverse articolazioni: dall'innalzamento dei mari alla siccità, dalla blue economy alle alluvioni. Su quest'argomento, spiega Rutelli: "Venezia parla da sola. È  la città più unica per la sua bellezza, ma anche la più minacciata e fragile”.

A conferma del carattere trasversale dell'evento, nel corso del panel parleranno tra gli altri Kiran Mazumdar-Shaw (presidente dell'azienda biofarmaceutica indiana Biocon) e il professor Yuan Ding della China Europe International Business School. Interverrà anche Charles Powell, ex segretario personale di Margaret Thatcher, mentre le istituzioni saranno rappresentate dal Commissario europeo Paolo Gentiloni e dal ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin.

La seconda giornata della conferenza avrà invece come titolo "Identità e civilizzazioni. Millenni di hard power e Soft Power: Venezia, il Mediterraneo, il Mondo". Qui, dopo il kenyote speech del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, si confronteranno accademici ed esponenti del mondo delle istituzioni culturali e dell'innovazione.  L'evento di Venezia servirà anche per preparare la strada, in vista del prossimo appuntamento del Soft Power Club. A febbraio del prossimo anno infatti, l'associazione terrà una conferenza straordinaria, in India.

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