Il nuovo papa parla dei poveri, scende tra i pellegrini, si lascia abbracciare, rimane sull'uscio della chiesa e saluta uno ad uno i fedeli. Il nuovo presidente della Camera parla di miseria, abbandona l'auto blu e va a piedi al Quirinale. Il nuovo presidente del Senato parla di legalità, si commuove, mantiene un vecchio impegno preso e dopo l'inattesa elezione va in jeans ad un piccolo convegno. C’è un filo comune tra queste figure così diverse tra loro: la scelta di un nuovo stile, un rapporto nuovo col potere e le persone. Camminare tra la gente, spogliarsi dei privilegi, mescolarsi. Non è un caso che tutti e tre, prima ancora di averli visti veramente all’opera, abbiano un consenso così alto. Sono stati accolti con la luce negli occhi, perché hanno mostrato subito un segno nuovo. Camminano a testa bassa. Sembrano chiedere scusa anche per colpe non loro. Sono uomini e donne di speranza. E sono tutto quello di cui abbiamo davvero, dannatamente, bisogno in questo momento.