A quali norme pensava Mattarella quando ha detto di aver “promulgato leggi sbagliate o inopportune”?
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, incontrando gli studenti ieri, all'evento romano con cui l'Osservatorio Permanente Giovani-Editori ha festeggiato i 25 anni, ha detto di aver promulgato spesso leggi che non condivideva, durante i suoi quasi dieci anni al Quirinale. "Più volte ho promulgato leggi che non condivido, che ritenevo sbagliate e inopportune – ha detto – Ma erano state votate dal Parlamento e io ho il dovere di promulgare a meno che non siano evidenti incostituzionalità. Un solo dubbio non mi autorizza a non promulgare", ha detto in risposta alla domanda di uno studente, Tommaso Pasquali dell’Istituto Don Bosco di Padova, che gli chiedeva se si fosse mai trovato a sottoscrivere provvedimenti contrari alle sue convinzioni personali.
Ma a cosa si riferiva esattamente? Probabilmente il Capo dello Stato, anche se non l'ha detto con chiarezza, pensava alla recente bocciatura da parte della Corte Costituzionale della legge sull'autonomia differenziata, in particolare nella parte che riguarda i Lep: la Consulta ha detto che è incostituzionale che vengano decisi dal governo, con dpcm. Il Presidente della Repubblica aveva promulgato la legge a firma Calderoli a giugno. Ma non è l'unica legge a non essere gradita al Capo dello Stato.
Anche i decreti sull'immigrazione non convincono Mattarella
Seguendo il ragionamento che fa oggi La Stampa, per capire se Mattarella abbia o no gradito una legge, bisogna analizzare il tempo che ci ha messo a promulgarla. La firma del presidente della Repubblica deve arrivare entro 30 giorni dall’approvazione di una legge o di un decreto legge. Se arriva all'ultimo minuto, è il ragionamento del quotidiano, è perché Mattarella nutre dei dubbi su un provvedimento, e quindi i tempi per la sua firma si dilatano. Ma per non invadere le competenze della Consulta, Il Presidente lascia che siano i giudici ad approfondire le norme nel merito, come avvenuto appunto con il ddl Calderoli. Una questione insomma di ‘grammatica costituzionale'. Ha firmato tardi per esempio non solo sull'autonomia differenziata, ma anche in occasione dei decreti del primo governo Conte sull’immigrazione, quando al Viminale c'era Matteo Salvini. E lo stesso è avvenuto con il decreto Albania del governo Meloni, e con il decreto anti-rave.
Mattarella ha firmato dopo un mese la legge sulla Gpa reato universale
C'è poi un altro provvedimento che Mattarella ha firmato solo oggi: è la Gestazione per altri reato universale, che rende la maternità surrogata perseguibile anche se attuata all'estero. La legge, a firma di Carolina Varchi (Fdi), è stata approvata in via definitiva il 16 ottobre scorso il Senato. E la firma di Mattarella è arrivata solo oggi, un mese dopo dall'ok definitivo in Parlamento. Per molti è un segnale inequivocabile di mancato apprezzamento da parte dell'inquilino del Colle. La norma quindi non ritorna alle Camere, ma è difficile non leggere il ritardo come una critica da parte Presidente.
Mattarella preoccupato dalle tensioni tra governo e magistrati
Nel suo discorso il Presidente della Repubblica ha ricordato che il Capo dello Stato "è fuori dalla contesa politica, è imparziale, è un arbitro. È un'immagine che ho usato anche io. E ho aggiunto che i giocatori devono aiutarlo nell'applicazione delle regole, la pluralità nel rispetto delle regole è fondamentale". Perché "essere arbitro significa ricordare a tutti i limiti delle proprie attribuzioni e delle sfere in cui operano. Vale per il potere esecutivo, legislativo, giudiziario. Ciascun potere e organo dello Stato deve sapere che ha limiti che li deve rispettare, perché le funzioni di ciascuno non sono fortilizi contrapposti per strappare potere l'uno all'altro".
Difficile a questo punto non pensare alle tensioni fra governo e magistratura per lo stop dei giudici al trattenimento dei migranti in Albania.
I dubbi di Mattarella sul premierato
Le parole di Mattarella si riferiscono chiaramente anche al premierato, riforma cara a Meloni, ancora in gestazione nelle commissioni. "Per qualunque organo dello Stato è importante il potere degli altri organi, perché non vi sia nessuno, nel nostro ordinamento, che abbia troppo potere, perché il contenimento nei propri limiti è fondamentale", ha sottolineato Mattarella. Che ha anche ricordato quale sia il ruolo del Colle: "Le norme costituzionali non prevedono tutto quello che può accadere, hanno quindi un tasso di elasticità che le rende adatte ad affrontare eventi non prevedibili. Quando il sistema si blocca, il Presidente della Repubblica interviene per rimetterlo in funzione, come un meccanico, per riparare un sistema inceppato". Ed è proprio quell'"elasticità", citata da Mattarella, a essere minacciata dal premierato: la riforma prevede infatti che la caduta del premier determini in maniera quasi automatica lo scioglimento delle Camere e le elezioni anticipate. Un avvertimento che Mattarella invia all'esecutivo Meloni.