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A Pasqua spiagge chiuse: niente lettini e ombrelloni, in alcuni comuni vietate anche passeggiate

Con tutta l’Italia in zona rossa, le spiagge restano chiuse per le festività di Pasqua: niente lettini e ombrelloni il 3, 4 e 5 aprile e stabilimenti balneari costretti a restare chiusi in questi giorni. Non solo, perché in alcune località marine sono state emanate ordinanze ancora più restrittive per vietare le passeggiate in spiaggia.
A cura di Stefano Rizzuti
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Pasqua e Pasquetta con le spiagge vuote. Niente lettini, sdraio e ombrelloni. Con tutta l’Italia in zona rossa molti stabilimenti balneari dovranno rinunciare a quella che, in alcuni territori, è un’abitudine di tanti: il primo giorno in spiaggia della stagione. Il 3, 4 e 5 aprile tutto il territorio nazionale sarà in zona rossa, con conseguenti divieti. Che in realtà proseguiranno, senza zone gialle, fino al 30 aprile. E così tanti stabilimenti balneari devono rinviare l’apertura, contrariamente a quanto avvenuto negli anni passati con la Pasqua. Intanto la stagione estiva si avvicina, ma per il momento nei lidi si potrà portare avanti solo la preparazione delle strutture in vista dell’estate. A Pasqua non sarà possibile affittare lettini, sdraio e ombrelloni ai clienti. Non solo, perché in molte località non si potrà neanche accedere alle spiagge.

Gli stabilimenti balneari sperano in una stagione piena di turisti – italiani e stranieri – con una ripartenza su cui puntare, sperando nella campagna vaccinale e magari nell’aiuto che potrebbe essere dato dall’aumento delle temperature. Per i prossimi giorni, invece, sono già arrivate tante ordinanze, regionali e comunali, che di fatto chiudono le spiagge. Nelle località di mare ci sarà, in molti territori, un divieto d’accesso agli arenili. Che si somma alla zona rossa e ai divieti per gli spostamenti. Niente accessi agli arenili, per esempio, a Capalbio. Così come a Massa, dove si prevede il divieto di accedere a pontili e spiagge. In Liguria c’è addirittura il divieto di raggiungere le proprie barche.

Al Sole 24 Ore è Antonio Capacchione, presidente del Sindacato italiano balneari, a commentare la situazione: “Sconcerta la contraddizione fra la facoltà di andare in vacanza nelle località balneari nostre dirette competitrici, come la Spagna e la Grecia, con l’impossibilità di movimento all’interno dell’Italia. Non vogliamo fare una guerra fra poveri nel nostro Paese, sappiamo delle difficoltà dei tour operator e delle agenzie, ma contestiamo le contraddizioni. Quando si impediscono gli spostamenti anche all’interno del proprio comune e poi si registrano una raffica di partenze per l’estero – dalle Maldive al bacino del Mediterraneo, dove ci sono i nostri competitori, come Grecia e Spagna – si dà un segnale negativo”. La speranza è quella di poter riaprire presto: “Chiediamo certezza sulle date di apertura”.

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