A L’Aquila festival con il logo di comune e regione aperto da chi scrive: “Ebrei imbroglioni dal naso adunco”
Dal 28 al 30 luglio si terrà il festival "L'Aquila Città del Libro", tre giorni di incontri sponsorizzati e patrocinati dal comune guidato da Pierluigi Biondi e dalla Regione Abruzzo. Più che un festival che parla di libri, letteratura, storie, sembra un incontro dell'amichettismo di destra, più utile a ribadire che un festival della cultura si può fare anche solo con nomi della destra culturale.
In effetti però di scrittori e artisti non ce n'è praticamente nessuno. Ossessionata dall'egemonia culturale la destra destra di governo si perde però per strada chi i prodotti culturali li fa. Troviamo così il giornalista di Libero e neodirettore del MAXXI Alessandro Giuli discutere di "cultura e egemonia" con Alessandro Rico, editorialista de La Verità. C'è poi il vicedirettore del giornale di Belpietro Francesco Borgonovo, che terrà una lezione su "La ricerca della verità".
Su 21 relatori una sola donna: Claudia Pagliarico, consigliera comunale di Fratelli d'Italia nel capoluogo abruzzese, chiamata con Claudio Siniscalchi a parlare in un talk intitolato "Dici donna dici cultura: presentazione del saggio Novecento sulla vita Margherita Sarfatti". Si parlerà poi di "Tornare potenza: l'Italia e l'Europa", con la presentazione del libro di Filippo Burla edito dalla casa editrice di CasaPound Altaforte, in cui interverrà il deputato leghista Alberto Bagnai. E poi ancora citando i titoli dei dibattiti: "Europa. Accelerazione. Potenza", con Gian Piero Joime anche lui passato in Fratelli d'Italia dopo un'esperienza con CasaPound e autore Altaforte, che ne parlerà con il segretario generale dell'Ugl Francesco Paolo Capone.
Tanto networking politico dell'area della destra più o meno di governo, e pochissimi libri e nessuno scrittore di narrativa. Il primo giorno nel primo panel "Il giornalismo ai tempi della guerra", che apre la manifestazione, interverrà Franco Nerozzi.
Nerozzi, veronese doc e attivista di estrema destra, è il fondatore della onlus Popoli che si occupa da anni di sostenere la resistenza Karen in Birmania. Il territorio del popolo indigeno da decenni in lotta con il potere centrale, è dagli anni Ottanta meta di gruppi di neofascisti francesi con il pallino delle armi e il fascino della vita da mercenari. E proprio per questo tramite Nerozzi arriva in Birmania seguendo i mercenari di Bob Denard, e qui combatte per diversi anni.
Nel 2002 Nerozzi viene iscritto nel registro degli indagati con il mercenario francese Bob Denard: l'ipotesi investigativa è che i campi di Popoli in Birmania servissero ad addestrare mercenari da utilizzare in un golpe nelle Isole Comore. Pur dichiarandosi innocente, ha patteggiato 22 mesi di condanna.
Oggi Franco Nerozzi è molto attivo sui social dove, quasi quotidianamente, insulta il giornalista di Repubblica che si occupa di estrema destra Paolo Berizzi e Giuseppe Giulietti, segretario del sindacato dei giornalisti. E dove si lascia andare senza particolari problemi a fare sfoggio di insulti contro gli ebrei, in un continuo sfoggio di luoghi comuni antisemiti.
Il 5 gennaio scorso ad esempio se la prendeva con David Parenzo mettendolo tra gli "imbroglioni erranti dal naso adunco". Nel settembre dello scorso anno, così commentava uno status di Emanuele Fiano, esponente dem di religione ebraica in prima fila contro l'antisemitismo, che annunciava la sua mancata rielezione: "È così supponente e tronfio che ci va ancora bene se non pretende una pietra d'inciampo davanti all'ufficio".
Il 25 aprile se la prende così su Twitter con Gad Lerner: "Cosa ridi? Chi impose la guerra all'Europa aveva cognomi simili al tuo. Nasi simili al tuo. Dovreste chiedere scusa agli europei di cui avete fatto strage". Nerozzi così rilancia la tesi neonazista per la quale i responsabili dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale furono proprio gli ebrei. Il successivo 26 maggio obiettivo è ancora Lerner definito "uno Shylock", con riferimento all'ebreo usuraio del Mercante di Venezia. Non trova poi meglio che ironizzare su Liliana Segre, rispondendo ancora una volta a Berizzi, come si può vedere nello screen di seguito:
Solo qualche anno fa Nerozzi scriveva, mettendo in atto l'equazione evidentemente a suo modo di vedere insultante tra ebrei e partigiani, pubblicava una filastrocca: "Stanno zitti i partigiani stanno zitti quegl’infami impegnati ancor nel ghetto a insultar Norma Cossetto". E ancora: "Non basta una stella gialla del 1938 a farmi simpatizzare per quegli Ebrei che ancora tramano ai danni di popoli e nazioni che hanno la sfortuna di non aver stretto una salda alleanza con Dio".
Parlando di Roberto Saviano in un'altra occasione scriveva: "O forse perché nelle vene del cantastorie di Secondigliano scorre sangue sefardita e quindi era saggio baciargli l’eletto deretano?". O ancora insultava Alan Friedman con i peggiori stereotipi antisemiti: "Quando ti chiami Friedman, e la tua genetica parsimonia ti impedisce di spendere il giusto persino per una escort…"
Non c'è che dire: inizia con un grande autore di elevatissima fama il festival dedicato al libro, uno degli eventi che forse dovrebbe inaugurare la nuova stagione della cultura di destra nel nostro paese, finalmente libero dai dicktat della sinistra. Una kermesse che lo stesso Nerozzi definisce così: "Un festival senza mafia antifascista".