video suggerito
video suggerito
Manovra economica 2023

A chi conviene la flat tax 2023: l’analisi sui regimi fiscali di autonomi e dipendenti

Nella manovra del governo Meloni c’è l’estensione a 85mila euro per usufruire della flat tax al 15% per gli autonomi. Vediamo cosa cambia rispetto ai lavoratori dipendenti.
A cura di Tommaso Coluzzi
68 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Una delle misure della manovra del governo Meloni è l'estensione della flat tax per gli autonomi al 15% a 85mila euro. Da anni ormai, era in vigore già fino a 65mila euro, con la misura voluta dalla Lega al tempo del governo gialloverde. Nei giorni scorsi l'Osservatorio sui conti pubblici ha pubblicato una lunga analisi in cui mette a confronto il regime fiscale dei lavoratori dipendenti e autonomi, per spiegare quali siano le differenze e soprattutto chi sia avvantaggiato. Alla luce delle ultime modifiche, infatti, la bilancia sembra pendere dal lato degli autonomi. Anche perché la riforma del fisco cominciata con il governo Draghi si è sostanzialmente interrotta.

L'analisi dell'Osservatorio si concentra su alcune figure professionali specifiche, per una semplice ragione: sono quelle che, tendenzialmente, possono svolgere il loro lavoro sia da dipendenti che da autonomi. In modo da avere un confronto realistico.

Il primo esempio è un elettricista, che può lavorare sia in un'azienda che da autonomo. Il caso prevede che questa persona generi un fatturato di 75mila euro all'anno che, a partire dal primo gennaio 2023, gli permetterebbe di rientrare – da autonomo – nel regime forfettario. Il secondo caso è un consulente informatico, che ha dei costi più alti secondo il ministero. Innanzitutto passando dal regime ordinario a quello forfettario, ovvero rientrando nella flat tax al 15% a partire dal primo gennaio, l'elettricista risparmierà circa ottomila euro l'anno di imposte, mentre il consulente informatico circa cinquemila.

Cosa succederebbe però se i due fossero dipendenti? Considerando una serie di aspetti specifici della modalità di lavoro – che comprendono tutta una serie di caratteristiche, dal versamento dei contributi alla copertura assicurativa – l'Osservatorio segnala che un identico elettricista assunto in un'impresa pagherebbe oltre 6.500 euro di tasse in più rispetto a uno che lavora da autonomo con il regime forfettario. Il reddito totale sarebbe maggiore di circa 10.000 euro annui, compresi i contributi. Per il consulente informatico il risparmio in tasse da autonomo anziché dipendente è di 3.600 euro, mentre il guadagno totale sull'anno è di 5.500 euro.

"L’espansione del forfettario introduce elementi di iniquità sia nel trattamento tributario di lavoratori dipendenti e lavoratori autonomi che all’interno del mondo degli stessi lavoratori autonomi, avvantaggiando soprattutto i contribuenti più abbienti – concludono dall'Osservatorio – Può anche indurre distorsioni nell’organizzazione produttiva, spingendo verso forme di organizzazione più semplici ma anche più inefficienti e stimolando il fenomeno delle finte partite Iva".

E ancora: "L’espansione avviene in un momento di forte ripresa dell’inflazione. Questa di per sé introduce un’iniquità tra dipendenti e autonomi, visto che quest’ultimi sono maggiormente in grado di proteggersi dall’aumento dei prezzi. Non si capisce l’utilità di imporne un’altra distorcendo ulteriormente il sistema tributario".

68 CONDIVISIONI
130 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views