A chi arrivano le lettere del Fisco sul Superbonus e cosa rischia: la spiegazione del governo
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L'invio delle lettere del Fisco ai proprietari di casa che hanno usato il Superbonus 110% non colpirà tutti, ma solo chi si trova in situazioni particolarmente ‘sospette'. Il chiarimento è arrivato dal governo Meloni, e in particolare dal ministero dell'Economia. La sottosegretaria Lucia Albano, intervenuta in commissione Finanze alla Camera dopo un'interrogazione del Movimento 5 stelle, ha sottolineato che i destinatari delle lettere saranno selezionati secondo dei criteri specifici.
Come già spiegato, le lettere sono previste per coloro che hanno usato il Superbonus 110% e poi non hanno comunicato l'aggiornamento dei dati sulla rendita al catasto. Questo è un obbligo che scatta quando i lavori sono particolarmente importanti, perché se il valore dell'immobile aumenta, di conseguenza crescono alcune imposte da pagare (come l'Imu e la Tari) e si alza anche il calcolo dell'Isee.
Le lettere in questione, che possono essere inviate in formato di raccomandata cartacea o anche come Pec (e saranno disponibili anche nel Cassetto fiscale), non contengono sanzioni. Il loro unico scopo è avvisare il contribuente che l'Agenzia delle Entrate ha riscontrato un'anomalia. Quando la si riceve, è possibile o mettersi in regola aggiornando la rendita catastale, oppure rispondere dando al Fisco informazioni aggiuntive che dimostrano che non ci sono state anomalie.
La disposizione dell'Agenzia diramata pochi giorni fa aveva dato alcune indicazioni iniziali, ma non aveva specificato chi saranno i destinatari delle lettere. Stando al testo della norma – varata dal governo Meloni con la legge di bilancio del 2024, per spingere gli utenti del Superbonus a rispettare gli obblighi – tutti coloro che hanno approfittato dell'incentivo edilizio potrebbero riceverla.
Il ministero dell'Economia, però, ha dato un primo chiarimento. Cioè che le lettere non arriveranno, appunto, a tutti, ma solo a coloro che sono in situazioni particolarmente sospette. Cioè quei proprietari per cui le informazioni in possesso del Fisco – le dichiarazioni dei redditi e i dati del catasto – fanno pensare che l'obbligo di aggiornare le rendite sia scattato.
Di norma, l'aggiornamento diventa obbligatorio quando il costo dei lavori è pari ad almeno il 15% del valore originario dell'immobile. Oppure quando cambia la destinazione d'uso, o se gli ambienti interni vengono distribuiti in modo diverso. Non è noto se questo sarà il requisito per l'invio delle lettere dell'Agenzia, ma ora si sa quantomeno che il Fisco seguirà dei criteri in modo da individuare solo i contribuenti che più probabilmente non sono a norma.