A chi andrà la terza dose di vaccino Covid: la nuova circolare del Ministero della Salute
Una nuova circolare del Ministero della Salute, firmata dal direttore della Prevenzione Gianni Rezza, indica tutte le categorie a cui verrà somministrata la terza dose di vaccino anti Covid. Si tratta dei soggetti "dagli 80 anni di età, personale e ospiti dei presidi residenziali per anziani e, in un momento successivo, gli esercenti le professioni sanitarie e operatori di interesse sanitario che svolgono le loro attività nelle strutture sanitarie, sociosanitarie e socio-assistenziali, pubbliche e private, nelle farmacie, parafarmacie e negli studi, a partire dai 60 anni o con patologia concomitante tale da renderli vulnerabili a forme di Covid-19 grave o con elevato livello di esposizione a infezione".
Quando si potrà fare la terza dose di vaccino
All'interno del documento è specificato che "indipendentemente dal vaccino utilizzato per il ciclo primario (Comirnaty, Spikevax, Vaxzevria, Janssen), considerate le indicazioni fornite dalla commissione tecnico scientifica di AIFA, sarà per ora possibile utilizzare come dose “booster” uno qualsiasi dei due vaccini a m-RNA autorizzati in Italia (Comirnaty di BioNTech/Pfizer e Spikevax di Moderna). La dose booster va somministrata dopo almeno sei mesi dal completamento del ciclo vaccinale primario". Inoltre, viene specificato, "la strategia di offerta vaccinale a favore di ulteriori gruppi target o della popolazione generale verrà invece decisa sulla base dell’acquisizione di nuove evidenze scientifiche e dell’andamento epidemiologico". Dunque, per il resto della popolazione parlare di terza dose è al momento ancora troppo presto.
Le tempistiche della terza dose per il personale sanitario
In riferimento al personale sanitario, la circolare non definisce però tempi chiari. "In un momento successivo – si legge – , una dose booster potrà essere altresì offerta agli esercenti le professioni sanitarie e operatori di interesse sanitario che svolgono le loro attività nelle strutture sanitarie, sociosanitarie e socio-assistenziali, pubbliche e private, nelle farmacie, parafarmacie e negli studi professionali, a partire dai soggetti di età ≥60 anni o con patologia concomitante tale da renderli vulnerabili a forme di Covid-19 grave o con elevato livello di esposizione all’infezione", senza dunque entrare nel dettaglio. Ad ogni modo anche per gli operatori sanitari si partirà dagli over 60 o con patologie, nonostante le richieste dell'Ordine dei medici.