"A chi giova la sofferenza mia o di tanti altri, a chi serve? Chi può arrogarsi il diritto di fare questo se non io?". Si può avere legittimamente ogni tipo di opinione rispetto alla questione, ma la domanda di senso resta: chi può disporre della mia vita se non io? In nome di quale principio, idea, concetto, possiamo pretendere di scippare all'individuo la "possibilità ultima", quella di decidere autonomamente di come porre fine alla propria esistenza? E si badi bene, non è solo un discorso di ordine filosofico – morale. Anzi, in questo caso diremmo che c'entra relativamente il modo in cui ogni individuo si rapporta all'idea della morte, del suicidio o, appunto, dell'eutanasia. È un discorso che investe i diritti dell'individuo. Il "diritto di libertà" (Montanelli); quello di rimanere padrone della propria morte e di esserne in grado di scegliere l'ora e i mezzi (Kundera); quello personale inalienabile, che fonda ogni altro diritto e senza il quale ogni altro diritto può essere revocato in dubbio (Flores d'Arcais).
Non è semplice impostare un ragionamento a prescindere da considerazioni di ordine morale, religioso, ideologico, politico, ce ne rendiamo conto. Ma il punto è che prima ancora di tali speculazioni, c'è un'urgenza di carattere, per così dire, concreto, pratico, reale. Quella di garantire alle persone il diritto di "fare a meno della sofferenza fine a se stessa". Quella dei familiari di compiere un gesto estremo di amore. Quella dei medici di poter compiere il loro dovere senza l'incubo della repressione o l'incertezza della legislazione.
Ma soprattutto c'è da portare avanti una battaglia di legalità prima ancora che di cultura e mentalità. Perché il "diritto costituzionale a non essere sottoposti a trattamenti sanitari contro la propria volontà è costantemente violato, anche solo per paura, o per ignoranza", con tutto ciò che ne comporta in termini "tanto dell'eutanasia clandestina che dell'accanimento terapeutico". Domani è la Giornata di mobilitazione straordinaria per raccogliere firme in tutta Italia sulla proposta di legge di iniziativa popolare la legalizzazione dell'eutanasia e del testamento biologico: un primo passo, necessario. Per portare a compimento questa legge: